mercoledì 27 ottobre 2010

Israele vuole arruolare i coloni razzisti in polizia

Come ci sentiremmo noi cittadini italiani se sentissimo dai mass-media la notizia che polizia e carabinieri stessero conducendo campagne di reclutamento fra gli ultrà calcistici più violenti e facinorosi, oppure fra le associazioni di nostalgici del fascismo e del nazismo, o fra le gang di skinhead razzisti? Certamente ci correrebbe un brivido giù per la schiena e, da quel momento in poi, nell'incrociare un uomo in divisa, non potremmo evitare di domandarci se quel "tutore dell'ordine" non sia stato "pescato" da certe discutibili "riserve" di personale.

Adesso immaginatevi quale possa essere lo stato d'animo dei cittadini Palestinesi di Israele (arabi cristiani e musulmani, armeni e membri di altre minoranze etnico-religiose) nel sapere che i più rabbiosi e fanatici fra i coloni ebrei fondamentalisti a cui viene concesso di occupare ed espropriare la terra occupata (con i famigerati e malfamati "settlement" da cui ogni giorno partono raid di abusi e vandalismo contro le proprietà agricole e immobiliari palestinesi) verranno addestrati e integrati nelle forze di polizia dello stato ebraico, con compiti di comando, perdipiù!!

La gravissima e preoccupante rivelazione ci arriva da Jonathan Cook, il reporter inglese residente in Israele in quanto marito di una cittadina araba dello stato sionista, di cui avevamo riportato impressioni e preoccupazioni riguardo la legge razzista del "giuramento di fedeltà" solo pochi giorni addietro.
La collusione fra coloni fondamentalisti e polizia é evidente da questa foto in cui si vede come ai "settler" sia consentito di usare i mezzi delle forze dell'ordine per ingaggiare scontri coi Palestinesi.
Interpellato da Cook, Jafar Farah, leader della coalizione Mossawa Center, creata per la difesa dei diritti civili degli israeliani non-ebrei ("cittadini di serie b" secondo la costituzione razzista attualmente vigente nel paese) ha dichiarato:“Di frequente, la polizia ha dimostrato ostilità verso i cittadini palestinesi, ma l’ultima mossa dimostra come ora s’intenda inasprire ulteriormente l’oppressione. E’ lecito pensare che questi fondamentalisti israeliani, educati a odiare i palestinesi che vivono in Cisgiordania, diventino ancora più ostili se solo potessero sfruttare l'occasione di perlustrare le nostre comunità in Israele?”.
Il massimo dell'ironia e dell'ignoranza: ebrei fondamentalisti inneggiano alle camere a gas!
Le prime reclute dell'ultradestra, 35 persone, entreranno a far parte di un corso di addestramento "speciale" chiamato “Credere nella polizia", che durerà tre anni e mezzo, si svolgerà quasi interamente presso l’Università di Haifa (tranne un periodo di sette mesi dedicati a studi religiosi presso la colonia Elisha, nel cuore della Cisgiordania) e alla fine del corso conseguiranno il grado di ufficiale della polizia israeliana.
Sorridente e invadente sul suo SUV inquinante e ingombrante questa "settler" inneggia alla pulizia etnica della Palestina.
Anche il "percorso di studi religiosi" desta non poche preoccupazioni, visto il preoccupante radicalizzarsi del rabbinato israeliano su posizioni sempre più arabofobe, cristianofobe e islamofobe, testimoniato dalle ripetute "benedizioni" (impartite dai rabbini della più varia denominazione) a ogni azione di violenza e persecuzione commessa negli ultimi mesi ed anni nei confronti dei Palestinesi.

Il fatto che tali "studi spirituali" si terranno in una colonia di settler fondamentalisti in pieno territorio palestinese illegalmente occupato lascia pochi dubbi sul fatto che i 'cadetti' di estrema destra ben difficilmente verranno esposti a sermoni ecumenici dal sapore gandhiano o francescano, ma verranno piuttosto esposti a virulenta propaganda razzista, ammantata perdipiù dell'aura della sacralità.

Oltre ai primi 35 protagonisti del "progetto pilota" sono circa trecento i coloni fondamentalisti che hanno espresso interesse a vestire l'uniforme della polizia sionista; preludio a una sempre più massiccia infiltrazione dell'ultradestra nell'apparato poliziesco-repressivo di Israele.

Anche senza i "rinforzi" dei coloni fondamentalisti i poliziotti israeliani non hanno comunque mai lesinato la "mano pesante" verso i Palestinesi: nell’ultimo decennio, 36 cittadini arabi di Israele sono stati uccisi dalla polizia in circostanze mai chiarite e sono solo due i casi di punizione degli ufficiali di polizia responsabili. Alcuni opinionisti israeliani hanno ammesso che una crescente presenza e influenza dei coloni nella polizia renderà un futuro smantellamento delle illegali colonie in Cisgiordania tanto più improbabile.

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