Traduciamo e adattiamo un reportage dalla Cisgiordania dello studioso di economia sudafricano Patrick Bond, pubblicato su "Links", sito web austrialiano che si autodefinisce "Diario di rinnovamento internazionale socialista". Attualmente a Ramallah, Bond descrive con cenni precisi e realistici la situazione della comunità Palestinese residente nella valle del Giordano, che, a causa delle angherie e delle persecuzioni sioniste, ha visto nel corso dei decenni i suoi ranghi assottigliarsi: dalle oltre trecentomila persone che l'abitavano a metà del secolo scorso fino alle sessanta-settantamila attuali.
Il razionale dietro a tale persecutoria politica di "pulizia etnica" é chiaro: la valle, una delle più fertili del Medio Oriente, fa gola allo sfruttamento sionista per la produzione industriale di derrate agricole d'esportazione (coltivate con sistemi intensivi che impoveriscono e avvelenano progressivamente il terreno), deve essere quindi strappata ai suoi legittimi proprietari e riservata agli interessi della "razza padrona" di cui sono custodi e mazzieri gli insediamenti di coloni ebrei fondamentalisti.
Di fronte all'avidità dei predoni sionisti si erge a baluardo dei Palestinesi l'associazione "Salviamo la valle del Giordano", guidata da attivisti come Fathi Ikdeirat, che mantiene attivo un network di solidarietà e informazione per tenere in vita la presenza palestinese nella vallata giacché, come testimonia lo stesso Fathi: "Esistere é già resistere, fino a che un solo Palestinese vivrà e coltiverà questa terra essa rimarrà patrimonio di tutto il nostro popolo".
Tutto attorno, come velenose crescite di funghi, fanno capolino gli insediamenti dei coloni fondamentalisti: anodini e impersonali come tanti bunker di cemento bianco, circondati da giardini inverditi dall'acqua rubata ai Palestinesi; ricordano in tutto e per tutto i villaggi residenziali del Sudafrica dell'apartheid, regime che era ottimo amico e alleato di Israele, da cui lo stato ebraico ha copiato i suoi metodi di segregazione ed espropriazione di terra e risorse.
E simile alla fine del regime afrikaner potrà essere anche quella dell'etnocrazia sionista, se la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele) continuerà nel prossimo futuro con lo stesso slancio e gli stessi successi che ne hanno segnato i primi cinque anni di vita, da quando venne lanciata nel 2005.
Esportazioni alimentari e industriali israeliane sono state duramente colpite dalla consapevolezza, allargatasi a macchia d'olio fra l'opinione pubblica mondiale, di quanto il commercio estero di Tel Aviv debba alle politiche di appropriazione di terra e risorse palestinesi, ma non solo.
Molto efficace si é rivelato anche il boicottaggio artistico e culturale, con la denuncia di intellettuali israeliani che cercavano di promuovere agende filosioniste all'estero e l'annullamento di concerti e manifestazioni culturali di artisti europei e americani in Israele.
La pressione commerciale e mediatica della campagna di boicottaggio, con lo stress che sta imponendo all'establishment sionista e razzista della società israeliana, può fornire quel "peso specifico" che altrimenti mancherebbe alle pur necessarie e meritorie prese di posizione politiche e diplomatiche (come ad esempio il Rapporto Goldstone o il più recente appello del Sinodo vescovile per il Medio Oriente) per poter finalmente consegnare l'incubo di uno stato ebraico razzista ed etnocratico alla discarica della storia dove già riposano i suoi "regimi fratelli": il Cile di Pinochet, l'Argentina di Videla, la Rhodesia di Ian Smith e, appunto, il Sudafrica di Vorster e Botha.
Tsk tsk tsk sig. Bario, ricade negli infantilismi di cui sembrava essersi liberato negli altri suoi post, molto, molto deludente...ma molto utile per noi, visto che i suoi giochi di parole da imbecille la qualificano agli occhi delle altre centinaia di lettori di questo blog.
RispondiEliminaresistere alla islamizzazione dell'Europa, altro che balle
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=m6xvz-udiCw&feature=related
sentite quello che dice questo rappresentante di hamas " Roma sarà conquistata" per la gioia di tutti i Kacani