Da davanti alla casa di uno dei prigionieri "veterani" della Striscia di Gaza, l'ormai cinquantasettenne Salim Ali al-Kayal che da ventotto anni é rinchiuso nella prigione di Nafha, in mezzo al deserto del Negev, il Ministro degli Affari dei Prigionieri del legittimo Governo palestinese espresso da Hamas ha annunciato l'inizio delle manifestazioni che culmineranno, il prossimo 17 aprile nella ricorrenza del Giorno dei Prigionieri Palestinesi. Attualmente oltre settemila Palestinesi languono nelle galere dello Stato ebraico, la maggior parte per "crimini" di opinione o per legittime attività di Resistenza all'occupazione.
Il Ministro Ataullah Abu al-Sabeh ha dichiarato che il Giorno dei Prigionieri Palestinei rappresenta un momento cardine dell'attività del suo dicastero per enfatizzare il diritto a essere liberati dalle carceri dell'occupante sionista e poter tornare a vivere tra i loro cari in mezzo al loro popolo. Ha sottolineato che dozzine di prigionieri hanno passato anni in carcere in attesa di processo, a causa delle insensate e crudeli leggi israeliane che prevedono, solo e soltanto contro i Palestinesi, di poter dilatare a dismisura i termini di 'carcerazione preventiva'.
Poi vi sono i prigionieri deportati, quelli 'sepolti vivi' in isolamento prolungato, quelli a cui le autorità carcerarie negano assistenza e terapie mediche, lasciando che vengano erosi da malattie perfettamente curabili, quelli che vengono surrettiziamente sottoposti a sperimentazioni mediche tramite farmaci disciolti nel loro cibo e nelle loro bevande.
Il Ministero dei Prigionieri cerca di sostenere le famiglie dei detenuti, materialmente ma anche moralmente, organizzando periodici raduni e manovre di pressione e sensibilizzazione che spingano gli organismi internazionali a mobilitarsi in favore di quanti soffrono a causa delle atroci e ingiuste politiche carcerarie dello Stato ebraico. La Resistenza armata palestinese, che ha catturato e trattiene tuttora il Caporale dell'esercito sionista Gilad Shalit ha domandato in cambio della sua prospettata liberazione il rilascio di circa 1400 prigionieri palestinesi, per la maggior parte donne, anziani, bambini e malati gravi; anche quando questo obiettivo sarà raggiunto, si spera il più presto possibile, rimarranno comunque più di 4600 Palestinesi in mano a Israele.
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