martedì 12 aprile 2011

Vittoria della Coalizione 8 Marzo nel primo "test" elettorale post-Hariri


A Beirut il Governo di centrosinistra imperniato sulla presidenza di Najib Mikati e sostenuto dalla coalizione "8 marzo" sostenuta dal Partito Socialista Progressista dei drusi dello Chouf (formazione politica guidata da Walid Jumblatt) non si é ancora insediato ma, fedeli al motto secondo cui "gli esami non finiscono mai" i rappresentanti e i sostenitori della nuova maggioranza parlamentare sono già chiamati ai primi "test" elettorali visto che, in una società segmentata e policentrica come quella libanese vi sono poche sfere della vita pubblica che non si prestino alla politicizzazione.

Una elezione sindacale di routine nell'Unione degli Ingegneri di Beirut, dunque, ha offerto la prima 'cartina di tornasole' per verificare quanto solida sia, nei fatti della società civile, la solidarietà fra PSP e "8 marzo", che, secondo alcuni profeti di sventura, non avrebbe retto al di fuori dell'aula parlamentare, stante la lunga ostilità fra la comunità drusa una delle forze motrici dell'alleanza 8 marzo, cioé il partito religioso sciita Hezbollah.

Hezbollah e il PSP, infatti, pur essendo stati occasionalmente alleati nel corso della lunga e sanguinosa Guerra Civile Libanese (il che comunque ha un valore relativo visto che, con poche notevoli eccezioni, quello fu un conflitto dove quasi tutti i contendenti in un momento o nell'altro sono stati alleati di qualunque altro gruppo e/o movimento), in anni più recenti si sono sempre fronteggiati da parti opposte della barricata e non solo politicamente; nel 2008, quando il governo filo-americano e filo-israeliano di Hariri tentò un colpo di mano contro le strutture della Resistenza (insaccando una cocente e totale sconfitta) la tradizionale roccaforte dello Chouf fu l'unica posizione dello schieramento del '14 marzo' che non capitolò di fronte alle forze congiunte di Hezbollah, Amal e del Partito Socialista della Nazione Siriana.

Tuttavia le cassandre sono state smentite quando, dimentichi di tutte le ruggini passate, i voti di aderenti, sostenitori e simpatizzandi del PSP si sono ordinatamente e massicciamente riversati sui candidati della lista allineata con la coalizione 8 marzo, che ha visto Elie Bsaibes (foto sotto) del Libero Movimento Patriottico dell'ex Generale Aoun salire alla carica di Segretario del Sindacato Ingegneri con seimila seicento e novantanove voti, duecento e ottantasette in più di quelli raggranellati da Imahd Wakim, il falangista sostenuto da Hariri e alleati.

Compagni di lista di Bsaibes erano Boulos al-Haji, Rudolf Karam, Mohammed Basbous, Mustafa Fawwaz e Ayman Zeineddine, che hanno tutti raccolto più di seimila preferenze a testa (dalle 6694 di Al-Haji alle 6479 di Zeineddine), con una 'forchetta' sorprendentemente stretta fra il candidato più votato e quello con meno preferenze. A versare sale sulle ferite dei candidati del 14 marzo, poi, si é aggiunta la considerazione che persino il candidato meno votato della lista avversaria (Zeineddine, con 6479 voti), sarebbe riuscito a battere il loro campione (che ha raccolto appena 6412 preferenze).

In coda allo spoglio delle schede e alla proclamanzione dei risultati é stato proprio il decano del PSP Walid Jumblatt a sottolineare che questo primo 'test di solidità' dell'armonia fra il proprio partito e i suoi nuovi alleati dell'8 marzo testimonia come la coalizione di maggioranza non sia predominante solo nell'aula parlamentare ma abbia la forza e l'autorevolezza necessaria a proporsi come forza-guida anche nella società libanese.

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