martedì 23 aprile 2013

Bomba a Tripoli contro l'ambasciata di Francia: lo sputo lanciato in cielo da Sarkò torna giù nell'occhio di Hollande!

Era da poco arrivato il sole a rischiarare il martedì mattino di Tripoli, quando una carica esplosiva celata in un'auto parcheggiata sul marciapiede é detonata causando gravissimi danni alla recinzione del complesso e ferendo due uomini della 'security', uno in maniera piuttosto grave.

La deflagrazione, che é risuonata in tutto il quartiere di Gargaresh, ha demolito le auto circostanti e abbattuto una vasta sezione di muro; totalmente 'lunare' il primo comunicato arrivato dall'Eliseo, nel quale il Presidente Hollande si aspetterebbe che "Le autorità libiche facciano piena luce su quanto accaduto".

Ma caro Hollande, sei stato tu, d'accordo col tuo predecessore Sarkozy, ad assicurarti che le uniche 'autorità libiche' in grado di mantenere il controllo sul paese venissero affossate e destituite da una mandria di barbuti armati che prontamente hanno trasformato la Repubblica Araba Socialista libica in un mosaico di feudi occupati da milizie.

Chi é causa del suo mal, Monsieur le President, pianga sé stesso: lo sputo lanciato in aria dal suo predecessore le é finito nell'occhio, deve solo ringraziare che chi ha collocato la bomba non abbia deciso poi di entrare nell'ambasciata a "finire il lavoro" come é stato fatto nel caso del console americano di Bengasi.

3 commenti:

  1. Al colonialista devi far sapere quanto scotta la bomba nel sedere.
    Ivan

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  2. La mia famiglia, ed io stesso, proveniamo da Tripoli. Mai però siamo stati colonialisti, né mai abbiamo visto quella Terra come luogo di dominio o conquista. E tuttavia lo "straniero" che sta in terra d'altri, è automaticamente una anomalia che, di fatto, configura uno sfruttamento. Mio nonno mi raccontava che la resistenza libica anti-italiana (durante il fascismo) provocò circa 500 mila morti e che in una occasione il gen. Graziani fece trucidare 30.000 donne libiche per catturare il capo dei ribelli Al Muktar, di cui oggi esiste il monumento. Noi italiani dovremmo avere vergogna per quanto facemmo (e abbiamo fatto, di recente) alla Libia e ai libici. Ma la vergogna non è roba che va daccordo con l'imperialismo... Giulio (nato a Tripoli).

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    1. No infatti. Il colonialismo, che penso sia una conseguenza del capitalismo, è un'ideologia propria delle persone con un ego smisurato, che possedendo gia tutto quello che vogliono, e che quindi vogliano avere il dominio anche sulle persone e non più solo sulla ricchezza materiale, che vogliono mantenere una posizione di dominio verso gli altri, che sono disposte a far schiattare tutti noi pur di continuare ad accumulare la ricchezza materiale prodotta da chi lavora in modo quasi schiavizzato per loro. Il colonialismo, al massimo, può andare d'accordo con il capitalismo e con il materialismo più sfrenato, e spesso anche con il razzismo.

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