giovedì 23 maggio 2013

Mursi e Qandil vanno a "fare la ruota" davanti alle telecamere coi poliziotti liberati ma non chiedono scusa a Gaza!

Dopo la pantomima (che sarebbe stata ridicola se non avesse creato una tragedia per quasi mille cittadini Palestinesi) della chiusura arbitraria del varco di Rafah dopo il rapimento di sette poliziotti da parte di beduini armati nella Penisola del Sinai il Governo egiziano ha riaperto i collegamenti con Gaza dopo che i sequestrati sono stati liberati; ovviamente senza che emergesse alcun collegamento tra i rapitori e l'enclave palestinese strozzata da Israele (e spesso ormai anche dall'Egitto).

Cercando di beneficiare al massimo dalla partecipazione a questo apparente successo delle operazioni di ricerca scatenate dall'Esercito nella Penisola desertica negli ultimi giorni, il Presidente Mohamed Mursi e il Premier Hisham Qandil si sono precipitati (come si vede in foto) alla base aerea di Almaza dove gli uomini rilasciati sono stati condotti.

Nelle conferenze stampa rilasciate finora Mursi ha negato recisamente che vi siano state 'trattative' coi sequestratori, ma, con apparente dissonanza cognitiva ha detto che la liberazione degli ostaggi "segna il punto di partenza per la soluzione definitiva dei problemi del Sinai e dei suoi abitanti". Non sono pervenute parole di scusa verso il ghetto di Gaza, o verso le centinaia di Palestinesi lasciati isolati al di là di Rafah per tutti i giorni della sua chiusura.

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