Senza minimamente preoccuparsi dei segnali indecisi e contraddittori che arrivano dallo schieramento imperialista le forze armate nazionali siriane pressano serratamente i mercenari takfiri presenti nel paese non permettendo loro di beneficiare della 'calma' che Obama sperava di concedere loro minacciando Damasco e causando un temporaneo arresto delle operazioni; non solo ma, sentendo la propria patria in pericolo la popolazione civile siriana si stringe sempre più compatta attorno al suo Presidente e al Governo legittimo e le caserme si riempiono di volontari ansiosi di arruolarsi nelle truppe regolari o nelle milizie di difesa nazionale.
Proprio le milizie popolari che difendono Ras al-Ein, nel Governatorato di Damasco, hanno respinto un contingente di estremisti wahabiti che cercava di marciare sull'abitato, infliggendogli gravissime perdite e forzandolo ad abbandonare quasi tutte le armi e gli equipaggiamenti pesanti per potersi mettere in salvo con la fuga.
Operazioni antiterrorismo dell'Esercito hanno avuto luogo anche in altre zone del Governatorato portando all'eliminazione dei mercenari Ali al-Habbal, Tamim al-Iraki, Fidaa Daher, Saleh al-Mijbil, Hussam Matar, Abdul Razzaq Shelkani (capo degli Ahrar Jableh), Badeh Jahjah (capo degli Ahrar Binnesh), Ahmad al-Hafidi, Abu al-Ghaith e Abu al-Hajjaj.
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