Continua nella regione occidentale di Anbar l'offensiva antiterrorismo "post-elettorale" scatenata dalle forze armate irakene lo scorso fine settimana. Sempre utilmente supportati dagli uomini dei clan sunniti locali e sostenuti dal massiccio impiego di sbarramenti di artiglieria e attacchi di precisione portati da elicotteri, i fanti irakeni hanno fatto "saltare" dozzine di covi e rifugi wahabiti eliminando nel corso di aspri scontri oltre cento militanti estremisti di nazionalità straniera.
Il fatto che l'insorgenza terrorista sia ormai "affare" prettamente di marca straniera e mercenaria dimostra il totale fallimento della strategia saudita che puntava a spaccare il paese mesopotamico secondo linee etnico-settarie (laddove invece anche gli irakeni sunniti sono ormai risolutamente schierati a favore del Governo centrale).
La disgregazione dell'infrastruttura del terrore nella Provincia di confine con la Siria aiuta anche il compito delle truppe di Assad, che al di là della frontiera stanno a loro volta demolendo le cellule dell'ISIL, del fronte Al-Nusra e di altre simili organizzazioni estremiste.
Come mai non c'é nessuna notizia della ripresa di Homs?
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