giovedì 7 luglio 2011

L'ONU condanna ufficialmente Israele per l'uso indiscriminato della forza che ha causato 25 morti nell'anniversario della "Nakba"


Confermando il loro severo giudizio espresso subito dopo la strage del 15 maggio le Nazioni Unite hanno reiterato la loro censura di Israele per avere colpevolmente utilizzato forza letale contro manifestanti disarmati in occasione delle manifestazioni per l'anniversario della Nakba sette settimane orsono, causando la morte di almeno 25 persone. In particolare, nelle pagine del rapporto ONU presentato dal Segretario Generale Ban-Ki Moon, si sottolinea come l'avere aperto il fuoco attraverso confini internazionali come accaduto sulle Alture del Golan e lungo il confine libanese abbia violato la lettera e lo spirito delle Risoluzioni che hanno posto termine alle guerre scatenate dallo Stato ebraico contro la Siria e il Paese dei Cedri rispettivamente nel 1967 e nel 2006.

In particolare, proprio i rapporti e le evidenze raccolte dalle forze ONU scaglionate nella zona hanno fornito il materiale per i capi di imputazione più gravi a carico di Israele, colpevole di non aver saputo attivare adeguati protocolli di contenimanto dei manifestanti con metodi non letali e di aver lasciato degenerare la situazione fino all'uso indiscriminato della forza militare "quando non esisteva alcuna seria minaccia da parte dei manifestanti nei confronti delle truppe sioniste".

La pubblicazione del severo rapporto ha fatto arruffare le piume ai rappresentanti sionisti, che, in un inane 'rappresaglia', hanno interrotto i contatti col Coordinatore Speciale ONU per gli Affari libanesi, Michael Williams, a tempo indeterminato. A 24 ore dalla strage di manifestanti disarmati Williams si disse "scioccato" dall'uso sproporzionato della forza da parte israeliana e dal numero di vittime che esso aveva provocato in appena una giornata, esprimendo una "condanna senza appello" per la condotta di Tel Aviv.
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