domenica 28 agosto 2011

Amnes(t)y International fa una petizione a favore di Schalit ma si 'scorda' di farne di simili per i prigionieri politici palestinesi!


Sono più di 60 anni che i Palestinesi che lottano contro l'invasione e l'occupazione della loro terra vengono perseguitati, incarcerati, torturati dalla Gestapo del regime ebraico: alcuni di loro sono accusati di avere preso parte con le armi alla lotta di liberazione della loro terra, in uno degli scontri più impari che la storia dei conflitti ricordi, ma molti di più sono quelli accusati di 'lancio di sassi', di resistenza passiva durante manifestazioni pacifiche, oppure semplicemente detenuti senza alcuna accusa, in omaggio alla mostruosità giuridicia della "detenzione amministrativa", che permette agli sbirri sionisti di imprigionare chi desiderino loro senza nemmeno dover cercare una scusa.

Le angherie, le ingiustizie, i tormenti patiti dai prigionieri politici palestinesi sono fedelmente riportati nei nostri articoli: dall'essere avvelenati a causa dei cibi scaduti serviti come rancio, agli esperimenti farmacologici, alla mancanza di cure mediche, ai lunghi periodi di isolamento inflitti come tortura, eppure, come si apprende da un articolo del "Palestine Telegraph", gli ipocriti e strabici 'soloni' di Amnesty International hanno indirizzato la loro ultima petizione non al regime ebraico, in sostegno dei Diritti Umani degli oltre ottomila detenuti politici palestinesi, ma al Governo palestinese di Ismail Haniyeh, per 'sollecitare sviluppi' nella faccenda della prigionia dell'ebreo francese Gilad Schalit, catturato dalla Resistenza di Hamas mentre si preparava ad attaccare la Striscia di Gaza.

La petizione, intitolata 'Prigioniero da 1800 giorni - tempo di finire le sofferenze di G. Schalit' non soltanto dimostra la completa e totale ignoranza (o malafede) dell'organizzazione internazionale sul motivo per cui Schalit non sia ancora stato liberato (cioé il rifiuto sionista dei termini di Hamas per la sua liberazione), ma dimostra come, fedele ai canoni del razzismo oggi prevalente nel mondo occidentale, l'organizzazione stessa ritenga un unico prigioniero ebreo francese più importante di ottomila prigionieri arabi palestinesi, tra cui donne, bambini nati in carcere, uomini che hanno passato più di vent'anni in prigione, malati terminali.

Oppure i 'soloni' in questione si sono 'scordati' di queste migliaia e migliaia di esseri umani imprigionati e torturati da Israele? Dovremmo forse ribattezzare la loro organizzazione "Amnesy International?".
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