sabato 3 settembre 2011

Il popolo giordano chiede riforme e una nuova costituzione, il reuccio ascemita nicchia e traccheggia!


Migliaia e migliaia di dimostranti si sono riversati nelle strade e nelle piazze del regno di Giordania dopo le usuali preghiere del venerdì, non soltanto nella capitale Amman, ma anche a Tafileh, nel Sud del paese e in altri centri come Az-Zarqah e Irbid. Testimoni oculari hanno riferito che le manifestazioni, pur mantenendosi pacifiche, hanno rimarcato con molta forza l'esaurimento della pazienza e della tolleranza della popolazione nei confronti delle politiche reali, che non sanno affrontare alla radice i problemi della popolazione e, contemporaneamente, mantengono in vita un anacronistico sistema di autoritarismo paternalistico, dove le libertà civili e politiche sono severamente limitati senza che nessuna delle ipocrite prefiche occidentali della "democrazia" abbia niente a che ridire.

Inflazione, erosione del potere d'acquisto e una macchina statale e amministrativa corrotta e inefficiente completano il quadro delle 'doleances' dei sudditi della monarchia ascemita che si sono mobilitati nella giornata battezzata 'Venerdì della Determinazione' per chiedere al pittoresco reuccio Abdallah uno scatto di orgoglio e riforme finalmente credibili e incisive. Finora il monarca, popolare sui rotocalchi europei e occidentali soprattutto per la sua appariscente 'moglie-trofeo' (che siamo certi lo abbia impalmato perché accattivata dalla sua sfaccettata e profonda personalità) si é limitato a dirigere uno stanco e poco convincente 'gioco delle sedie' nell'esecutivo e a concedere finanziamenti pubblici per calmierare i prezzi di gasolio, riso, zucchero e altri generi di prima necessità, ma senza riuscire a disinnescare il malcontento popolare che anzi, da dicembre a oggi, si é soltanto diffuso e rafforzato.

Nel frattempo, attivisti politici giordani, hanno lanciato su media convenzionali e telematici l'appello a una grande manifestazione di massa di fronte all'ambasciata del Bahrein, per condannare la brutale e sanguinosa repressione di Re Al-Khalifa contro la popolazione a maggioranza sciita che da mesi protesta contro la violenza e la corruzione che imperversano nell' Isola delle Perle, dove la dinastia messa arbitrariamente al potere dagli Inglesi per proteggere i loro interessi navali nella vicina Persia é sempre più impopolare e ha dovuto giovarsi dell'intervento di truppe saudite, degli UAE e di mercenari pachistani per scatenare una vera e propria persecuzione contro gli oppositori (il tutto nel beato silenzio dei media occidentali asserviti agli interessi americani, sionisti e britannici).
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