Situazione in rapida evoluzione nel Paese dei Cedri che forse sembra aver finalmente capito di non poter protrarre all'infinito la propria politica 'attendista' nei confronti dei gruppi armati takfiri che ancora ne infestano il territorio specie intorno alla cittadina di Arsal.
Fa grande dispiacere, comunque, considerare che il prezzo di sangue per questo 'risveglio' lo abbia dovuto pagare la comunità sciita, di gran lunga quella più attiva contro la minaccia dell'estremismo di Al-Nusra e dell'ISIS in questi ultimi quattro anni.
Ma veniamo ai fatti: nella giornata di ieri intenso fuoco di obici e mortai é partito dalle postazioni dell'Armee Libanaise vicine al confine Siro-Libanese (nella zona di Arsal) diretto contro rifugi e strutture dei terroristi del 'Daash', notoriamente stanziati a cavallo della frontiera; questi bombardamenti seguono quelli effettuati dagli elicotteri russi, di cui avevamo dato tempestiva notizia.
Inoltre l'Armee Libanaise ha comunicato di avere fermato nella giornata di domenica quattro uomini con documenti siriani nella zona di Watta Mseitbeh, trovandoli in possesso di armi da guerra, munizioni ed esplosivi. Trasformati i fermi in arresti i quattro sono stati consegnati alle competenti autorità giudiziarie.
Il Direttorato Centrale delle Surete, poi, ha comunicato ufficialmente i nomi di due dei nove arrestanti con le retate e i blitz successivi al sanguinoso attentato di Beirut Sud; uno dei due libanesi risponde al nome di Ibrahim Ahmed Rayed, mentre uno dei sette presunti siriani si chiamerebbe Mustafa Ahmed al-Jarf. Costoro sarebbero i 'leader' della cellula terroristica.
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