giovedì 28 giugno 2018

Altri QUATTROCENTO profughi siriani rientreranno in patria dal Libano! Il piano occidentale di depopolare la Siria è fallito!

Volevano "drenare" la Siria dal suo stesso popolo, linfa vitale della sua identità, per sostituirlo con orangutan wahabiti pescati in Cecenia, in Egitto, in Marocco, in Tunisia.

Non c'é che dire, la "Sostituzione Etnica" é un pallino delle elite liberal-imperialiste di Washington, Londra e Tel Aviv.

La applicano verso l'Europa, volevano applicarla anche in Siria.

Perché per i liberal-sionisti un popolo saldo nella sua identità é un pericolo, ci vogliono sradicati, nomadi, "liquidi".

Ma come abbiamo documentato più e più volte nei nostri articoli, i Siriani non ci stanno, i Siriani vogliono tornare alle loro case e lavorare anche durissimamente per ricostruirle e ritessere i fili delle loro vite, nella loro Patria.

A Wadi Hmeid, nei pressi di Arsal, almeno 400 Siriani stanno salendo su pullman, furgoni, persino su camion telonati, per rientrare in patria.

Arriveranno nel Qalamoun, pacificato da mesi, dove verranno smistati in residenze temporanee in attesa che ogni nucleo familiare possa rientrare alla propria cittadina e villaggio.

Il Ministro degli Esteri libanese Gebran Bassil ha accusato personale delle Nazioni Unite legato agli Stati Uniti e all'Inghilterra di aver tentato di "dissuadere" molti Siriani dal rientrare in patria.

1 commento:

  1. Da noi italici non sono serviti razzi, bombe, colpi di artiglieria, agguati, decapitazioni pubbliche, ne barbarie varie. E' bastata la televisione e dei giornali asserviti, per ridurre un popolo a meno di un gregge di pecore bastarde condotte da pastori inconsapevoli al soldo di sion. Forse non meritiamo nulla come appartenenti ad un espressione geografica conosciuta da millenni come ITALIA. Oppure, alcuni di noi ha nel tempo hanno mantenuto nel sangue di stirpe romana, abnegazione, onore, coraggio, fedeltà, riconoscenza. Forse dobbiamo pagare un karma per aver sottomesso storicamente altri popoli, comunque sia, io non sono disposta a sottomettermi ad alcuno. E questo è un fatto.

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