venerdì 29 luglio 2011

Il Ministro degli Esteri irakeno: "Nessuna possibilità di proroga alla permanenza delle truppe Usa nel paese!"


Con poche, nette e chiare affermazioni il Ministro degli Esteri Hoshyar Zebari ha rapidamente demolito ogni speranza americana di poter in qualche modo prolungare la presenza delle proprie truppe di occupazioni in terra mesopotamica oltre la scadenza del 30 dicembre 2011, chiaramente indicata dagli accordi siglati con l'ex-inquilino della Casa Bianca George Bush Jr. nel 2008, a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato presidenziale.

zebari si é soffermato a considerare che, anche qualora agli Usa riuscisse di strappare un contemporaneo (e impossibile) consenso a Parlamento, Primo Ministro e Presidente, la proroga della permanenza delle truppe potrebbe estendersi solo per un paio d'anni, trascorsi i quali le cose sarebbero punto e daccapo. L'analista politico Abdul Zahra al-Majid, interrogato dalla televisione iraniana in lingua inglese PRESSTV ha dichiarato che nei mesi scorsi gli Usa si sono mobilitati per trovare sistemazioni alternative alle loro truppe nell'area mediorientale, ottenendo a ogni richiesta dinieghi più o meno cortesi ma tutti equalmente fermi.

Negli scorsi mesi il leader della comunità sciita Moqtada al-Sadr, figlio del noto martire fatto assassinare da Saddam Hussein aveva dichiarato, direttamente e per bocca di portavoce, che qualora l'impegno al ritiro Usa non fosse stato onorato secondo gli accordi allora i suoi seguaci si sarebbero considerati sciolti dagli accordi di tregua in vigore dopo gli scontri armati del 2004-2008 che hanno visto le truppe occupanti (inglesi e americane) e i loro lacché iracheni incapaci di vincere la determinata resistenza dell'Esercito del Mahdi.
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