lunedì 18 luglio 2011

La marina sionista attacca di nuovo la barca dei diritti che difende i pescatori di Gaza!



Motovedette israeliane, intercettate dall'imbarcazione "Oliva", armata dal Civil Peace Service per documentare gli abusi e gli attacchi sionisti contro i natanti da pesca palestinesi nelle acque prospicenti la Striscia di Gaza l'hanno nuovamente attaccata nel tentativo di farla rovesciare e affondare. "Ci troviamo tra 1600 e 2400 metri dalla costa di Gaza, secondo quanto stabilito negli 'Accordi di Oslo' le imbarcazioni palestinesi hanno tutto il diritto di transitare e pescare in queste acque e potrebbero farlo fino a 32000 metri dalla costa", ha dichiarato Joe Catron, volontario del CPS.

"Vedete chiaramente la marina sionista che perseguita e tormenta i natanti palestinesi, creando vortici e onde nel tentativo di disturbare la loro navigazione", perscatori di Gaza hanno dichiarato che ormai il loro settore, che prima dell'assedio israeliano dava lavoro e pane a centinaia di famiglie, é stato quasi totalmente distrutto. Le motovedette israeliane non si fanno scrupolo di aprire il fuoco con mitragliatrici e cannoncini contro i vascelli da pesca e a volte prendono di mira anche i pescatori sulla riva e le rimesse e gli alaggi dei pescherecci.

"I sionisti cercano di eliminarci, non vogliono che Oliva riporti i loro crimini contro i palestinesi, non vogliono che il mondo conosca il trattamento che riservano a lavoratori che cercano soltanto di sfamare sé stessi e le loro famiglie", dichiara Alix Robinson del CPS. Il Regime dell'Apartheid ha scatenato il regime di strangolamento economico contro Gaza come vendetta contro la legittima e democratica vittoria elettorale di Hamas nel 2006, da allora l'enclave costiera di Gaza, popolata da un milione e mezzo di persone é sprofondata nella crisi umanitaria, contro la quale poco possono fare i pur generosi sforzi dei convogli e delle carovane umanitarie che recano al ghetto assediato essenziali rifornimenti di cibo e medicine.
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