Nel corso di un recente meeting tenutosi a Beirut tra il neo Presidente del Consiglio libanese Najib Mikati e una delegazione arrivata da Teheran e accompagnata dal locale ambasciato Ghazanfar Roknabadi entrambe le parti si sono dette "fiduciose e ottimiste" sulle prospettive politiche del prossimo futuro e "più che pronte" non soltanto a dare corso a tutti i protocolli di accordo finora siglati tra il Paese dei Cedri e la Repubblica Islamica, ma anche a firmare nuovi accordi e trattati, in maniera da cementare ancora di più i saldi legami che uniscono i due paesi.
"Siamo pronti a collaborare con l'Iran in tutti i campi" ha detto Mikati ai microfoni dell'Agenzia ufficiale di Stampa IRNA, subito dopo aver dialogato col Vicepresidente della Camera iranian Mohammad-Reza Bahonar. Mikati, capo di una nuova maggioranza parlamentare che ha visto i Drusi del PSP di Jumblatt unirsi ai Maroniti dell'LMP, agli Sciiti di Amal ed Hezbollah, ha insistito affinché il comitato bilaterale Irano-Libanese continui le sue attività, implementando i ventisei accordi stipulati finora e studiandone di nuovi.
Bahonar, congratulandosi con Mikati per la maniera sicura e conciliante con cui ha affrontato i tentativi di potenze esterne di destabilizzare il paese con accuse speciose e infondate ha specialmente mostrato apprezzamento per la sua grande popolarità presso i musulmani sunniti definendola "un baluardo" contro ogni complotto settario volto a mettere le diverse componenti della società libanese le une contro le altre. Mikati, da parte sua, ha espresso grande ammirazione per i traguardi industriali e tecnologici raggiunti dalla Repubblica Iraniana nonostante l'ostilità di paesi che, ipocritamente, si ammantano dei panni di 'difensori dei diritti' solo quando ciò non intralcia i loro affari con monarchi assoluti, dittatori e regimi razzisti dove si pratica la persecuzione etnica, esprimendo quindi la certezza che la collaborazione con l'Iran sarà essenziale affinché il Libano riesca a sviluppare la sua nascente industria estrattiva, basata sui depositi di gas offshore nelle acque del Mediterraneo.
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