lunedì 15 agosto 2011

I parlamentari giordani: "Espelliamo l'ambasciatore sionista e tronchiamo ogni rapporto col regime di Tel Aviv!"


Con un memorandum firmato e presentato al Presidente della camera bassa del Parlamento, Feysal Fayez, tredici deputati giordani hanno richiesto che, in risposta all'annunciato ampliamento delle colonie ebraiche illegali a Gerusalemme Est, il regno ascemita espella tutto il personale diplomatico sionista dalla capitale Amman e interrompa definitivamente ogni relazione ufficiale con lo Stato ebraico. La notizia é stata riportata dall'Agenzia stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, la Xinhua.

La Giordania, insieme all'Egitto, sarebbe l'unico paese arabo a intrattenere relazioni diplomatiche ufficiali con Tel Aviv; mentre il Cairo aveva permesso l'apertura di un'ambasciata israeliana sul suo territorio in conseguenza dell'umiliante "accordo di pace" di Camp David (in cui si forfettava la sovranità sul Sinai, si subordinavano gli interessi egiziani ai diktat 'sionisti', si svendevano decenni di orgoglio nazionale per un piatto di minestra servito da Washington sotto forma di 'aiuti'), il predecessore del reuccio Abdullah, il nanerottolo Hussein, accettò di ospitare un'ambasciata israeliana nel 1994, quando, sull'onda degli illusori 'Accordi di Oslo' sembrava che la via della collaborazione con Israele, dell'accettazione supina della sua occupazione della Palestina, avesse definitivamente soppiantato quella della Resistenza e della sfida all'arroganza sionista.

Da diversi mesi, da quando sull'onda delle proteste e dei movimenti della "Primavera Araba" anche il popolo giordano ha iniziato a chiedere profonde riforme della maniera paternalistica e autoritaria con cui la corte ascemita amministra il paese, sempre più spesso e sempre con maggior forza si ripetono anche gli appelli alla definitiva interruzione dei rapporti con Israele, che la maggior parte della popolazione non vuole riconoscere o accettare.
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