"Non vi é speranza per la Palestina, se non nella Lotta e nella Resistenza", é tempo che tutti gli illusi, i cantori di Camp David e di Oslo, gli eterni sognatori, gli ipocriti incorreggibili si sveglino e prendano coscienza della Realtà; i sionisti di Tel Aviv e di Washington (e di tante altre parti ancora) non hanno mai concesso nulla ai tavoli della trattativa; ogni successo, ogni passo avanti nella creazione di una patria palestinese é stato guadagnato col sangue e con le lacrime, con le armi e con gli scioperi, con le manifestazioni e con gli scioperi della fame, sempre, e soltanto, in un'ottica di contrasto e conflitto.
Questo, in sintesi, il messaggio che echeggia da tutte le città e le nazioni che, rispondendo per l'ennesima volta all'invito lanciato originariamente dall'Ayatollah Ruollah Khomeini, hanno celebrato oggi la trentaudesima "Giornata Internazionale Al-Quds" dedicata alla solidarietà con le tribolazioni del popolo palestinese e alla condivisione degli ideali e degli obiettivi della sua pluridecennale lotta di liberazione.
Particolarmente imponenti, ovviamente, sono le manifestazioni a Teheran, nei quartieri sciiti di Bagdad e Beirut, nella Valle della Bekaa, nel Sud del Libano, a Bassora; ma non solo, non é necessario essere sciiti per condividere il richiamo e l'invito del fondatore della Repubblica Islamica, prova ne sia che anche Al Cairo, a Tunisi, dove la maggior parte della popolazione é sunnita, ma ha languito fino a poco tempo fa sotto il tallone dell'oppressione filo-imperialista, la Giornata di Al-Quds ha riscontrato vasta eco e partecipazione, in attesa che, così come Sanaa e Manama, tuttora in lotta contro i satrapi locali venduti all'imperialismo, anche la Città Santa possa presto festeggiare la Liberazione da occupanti e oppressori.
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