martedì 23 agosto 2011

Il Libano rifiuta le accuse pretestuose e le prese di posizione del tribunale-canguro di Usa e Israele!

 In una attesissima conferenza stampa tenutasi poche ore fa il capo della delegazione parlamentare di Hezbollah Mohammad Raad (a destra nella foto sopra), insieme al noto legale Salim Jreissati ha articolato di fronte a un parterre gremito di rappresentanti della stampa locale e regionale i motivi per cui le speciose accuse e le istanze del cosiddetto 'Tribunale speciale per il Libano' sono assolutamente irricevibili, in quanto non basate su un minimo standard accettabile di equanimità, indipendenza di giudizio e certezza procedurale. "Questo tribunale" ha spiegato Raad "prima ha sposato una tesi, dopodiché si é messo a cercare puntelli con cui sostenerla, non importa quanto distaccati dalla realtà dei fatti".


"Oggi, di fronte a un'accusa lanciata contro quattro membri della Resistenza, le forze parlamentari e governative libanesi hanno seriamente considerato la questione sotto diversi punti di vista e non hanno potuto se non considerare lo scenario proposto dal Tribunale come nullo e vuoto, destituito di ogni creibilità, infarcito di invenzioni, circostanze tendenziose e politicamente faziose; non vi é bisogno di alcuno sforzo per considerare tale organismo un attentato all'autonomia e alla libertà del nostro Paese".

"Come cinque anni fa la Resistenza difese militarmente il Libano dall'attacco sionista, oggi deve difendere la sua indipendenza dalle macchinazioni delle potenze imperialiste e dalle loro quinte colonne all'interno del Paese, la nostra esperienza ci rende certi che sarà anche questa volta pari alla sfida che le si presenta: non si sottometterà ai desideri dei nemici della Patria e con fermezza e volontà patriottica pari a quelle espresse in battaglia, sconfiggerà i loro tentativi e negherà ai cospiratori gli obiettivi che si propongono di raggiungere".

Jreissati, continuando il discorso da un punto di vista strettamente legale ha fatto notare come, muovendosi in un campo privo di precedenti il Tribunale speciale avrebbe dovuto rifarsi alle procedure della legge libanese, ma ha preferito non farlo perché in quel caso non avrebbe potuto lanciare accuse contro Hezbollah e la Resistenza in mancanza di prove certe e inoppugnabili, che ovviamente non era in grado di produrre, preferendo quindi il "limbo" circostanziale e indiziario dove le deboli e fasulle evidenze costruite all'uopo potevano, nela penombra, dare l'impressione di essere ciò che non erano.

Questi fatti, uniti ad altre evidenti negligenze, come per esempio il ripetuto e ostinato rifiuto di Bellemare e Cassese di investigare la "pista israeliana", che punta a un omicidio via drone, compiuto grazie a un missile sperimentale tedesco, così come il rifiuto di coinvolgere nell'inchiesta i responsabili della penetrazione israeliana nel network di comunicazione libanese, mostrano l'insincerità e la parzialità degli inquirenti.
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