giovedì 25 agosto 2011

Israele é alle "comiche finali"; Barak dichiara: "Vogliamo riparare la frattura con l'Egitto", poi si contraddice: "Non ho chiesto scusa per le guardie uccise!"


"Non ho mica chiesto scusa!", la frase, istintivamente, viene da immaginarsela pronunciata nel tono affannato e flebile del miglior Paolo Villaggio, quello che andava "in un marasma allucinante" sottoposto a solenni 'grigliature' da Gianni Agus, mentre stava sulla diabolica poltrona-sacco; in un marasma davvero fantozziano deve esserci proprio Ehud Barak, già laburista, poi scissionista per formare l'ennesimo partito militarista e razzista che contamina l'arco parlamentare sionista, attualmente Ministro della Guerra, per lasciarsi scappare una "perla" che né più né meno distrugge tutti gli approcci finora tentati per ricucire la grave frattura diplomatica col Cairo, seguita all'uccisione, tramite razzo assassino lanciato da un elicottero, di cinque guardie di confine egiziane (tre morte sul colpo, due in seguito).

Ovviamente il poco furbo Barak pensava di parlare a beneficio della platea interna, dove, come "macho" responsabile della Difesa (proprio lui! così rotondetto e burroso, che quando si mette in uniforme sembra proprio un impiegato che gioca al softair!!) voleva fare vedere di essere un vero duro, che mica chiede scusa, lui; ma si sa, in questo mondo globalizzato registrazioni e filmati corrono veloci oltre le frontiere e, nel Paese delle Piramidi, la sua uscita non ha mancato di infiammare di sdegno anche quella parte di opinione pubblica che aveva reagito positivamente all'espressione di cordoglio per la morte delle guardie doganali.


Questa gravissima gaffe rende vano tutto il lavorio diplomatico fin qui svolto per cercare di 'disinnescare' una crisi che potrebbe benissimo evolversi fino alla revoca del Trattato di Camp David, al ritorno di truppe del Cairo nella penisola del Sinai, alla riapertura totale e definitiva (non limitata come ora ai soli passeggeri), del varco di Rafah e, valutano alcuni esperti, persino nell'estensione di un "ombrello" di difesa antiaereo sulla Striscia di Gaza, in modo da mettere una volta per tutte fine alle incursioni aeree sioniste contro la popolazione civile dell'enclave.

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