Toffah, Zeytoun e naturalmente ancora Rafah e i suoi 'tunnel della vita', indispensabili per contrastare almeno in parte gli effetti del brutale strangolamento israeliano, questi gli ultimi bersagli dell'offensiva aerea sionista che, in barba alla tregua semi-ufficiale concessa all'inizio della settimana dalle fazioni della Resistenza palestinese, é ripresa ieri con inusitata violenza, arrivando a fare undici vittime in appena 24 ore.
Oltre agli undici morti ci sono anche 30 feriti, alcuni dei quali in condizioni letteralmente disperate, che si uniranno ben presto alla lista dei decessi a causa della gravissima emergenza sanitaria che affligge l'enclave costiera, cortesia dello shylockiano assedio portato avanti contro il ghetto palestinese. In totale, sono già 22 i cittadini palestinesi massacrati da Israele nell'ultima settimana, dopo che un'operazione di Resistenza aveva eliminato otto soldati sionisti attorno alla cittadina di Eilat.
Israele, fin dalle prime ore dopo l'attacco, ha accusato la Resistenza di Gaza, e in particolare le Brigate Salah ad-Din dei Comitati di Resistenza Popolare, nonostante che sia questa fazione, che Hamas e la Jihad islamica abbiano negato recisamente ogni coinvolgimento nell'operazione. Sembra, da ricostruzioni più circostanziate emerse in questi giorni, che i combattenti responsabili dell'azione contro i militari sionisti siano stati invece egiziani, entrati nella Palestina occupata attraverso la penisola del Sinai.
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