Molte volte nel recente passato abbiamo dedicato (qui, qui, qui e qui) la nostra attenzione agli abusi, alle discriminazioni, alle violenze che colpiscono gli immigrati africani che, per un motivo sfortunato o l'altro, si ritrovano nella Palestina occupata dal regime sionista. Ovviamente, uno 'stato' che basi le proprie fondamenta ideologiche nel segregazionismo e nel razzismo non può che trovarsi molto a disagio nel convinvere con la 'diversità' di persone che arrivano da un altro continente, spesso spinte all'emigrazione dalle guerre e dall'instabilità che la stessa Tel Aviv semina e fomenta per i propri interessi, come in Sudan, in Somalia, in Kenya.
Adesso che il ridicolo 'presidente' del Sud Sudan si trova a rendere omaggio al 'Bwana' a sei punte, i politici razzisti del Governo di Estrema Destra di Benji Netanyahu vogliono convincerlo a 'riprendersi' qualche 'shvartser' (come vengono chiamati i 'negri' nello yiddish ebraico) e riportarselo in patria, svuotando così alcuni dei lager per immigrati prontamente costruiti (e riempiti fino all'orlo) dal regime sionazista. La cosa triste é che il cowboy Salva Kiir ovviamente accetterà in cambio di qualche cassa di mitra da poter usare contro i suoi oppositori e i migranti sudanesi, che magari hanno impiegato i risparmi di una vita e hanno rischiato la pelle per fuggire proprio dalle milizie di Kiir quando era un 'signore della guerra' si troveranno riportati in Sud-Sudan sotto Kiir 'presidente della repubblica'!
Il Sud-Sudan di Salva Kiir, appena pochi mesi dopo la secessione forzosa dal Nord del Paese é già riuscito a diventare il peggior stereotipo della "Repubblica del Cocco" africana, con le enormi ricchezze naturali del pianeta svendute a prezzo di costo alle multinazionali occidentali per mantenere il Presidente Kiir e la sua camarilla filoimperialista e filosionista nel lusso più crasso, mentre un bambino ogni sette non riesce a compiere cins sanitarie e di profilassi.
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