Si sono chiuse ieri sera le postazioni di voto per l'ultimo giorno del secondo turno elettorale; nonostante la procedura complicata e farraginosa appositamente scelta dalla Giunta militare al potere per tentare in qualche modo di rendere meno partecipate le votazioni l'affluenza alle urne é stata amplissima, con lunghe code fuori dai seggi e, come ormai d'uso, la stragrande maggioranza dei votanti che dichiaravano l'intenzione di affidare la loro preferenza ai candidati vicini ai partiti di ispirazione religiosa: FJP (espressione politica dell'Ikhwan) e il più ortodosso Al-Nour.
Circa 19 milioni di persone sono state interessate da questo turno elettorale, che permetterà a 59 su 118 candidati, provenienti da 27 province del paese, di accedere al nuovo Parlamento. Il voto arriva dopo una recrudescenza di manifestazioni violente che hanno visto la morte di 14 persone e vaste distruzioni in alcune zone del Cairo. Osservatori politici locali e regionali hanno indicato come tali dimostrazioni, molto diverse da quelle che dieci mesi fa causarono la caduta del regime di Mubarak, siano una maniera per quei partiti e rappresentanti politici marginalizzati dal processo elettorale di "rimanere sul radar", scatenando i loro sostenitori in piazza.
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