Mentre nella capitale yemenita hanno cominciato ad affluire i primi drappelli e distaccamenti dei circa cinquantamila marciatori provenienti dalla città meridionale di Taizz gli ultimi fedelissimi dell'autocrate Ali Abdullah Saleh hanno cercato di intimidire i residenti nella speranza di convincerli a non scendere in piazza coi loro compagni reduci dalla marcia; la conseguente recrudescenza di scontri e repressione violenta ha portato alla morte di almeno due persone e al ferimento di altre trenta.
Tuttavia i leader dell'opposizione, a partire dalla vincitrice del Premio Nobel per la Pace Tawakkul Karman hanno dichiarato che, proprio per onorare la memoria dei caduti di oggi e di tutte le altre vittime della violenza del regime sostenuto da Arabia Saudita, Usa e Israele, un enorme sit-in si terrà appena tutti i marciatori saranno arrivati nella capitale, con l'obiettivo di 'assediare' nel suo compound fortificato il dittatore, il suo vice Mansour Hadi e il Governo da questo nominato in attesa che vengano indette nuove elezioni.
Ormai l'obiettivo degli oppositori non é più quello di mettere fine al potere di Saleh, visto che egli stesso ha stretto accordi per passare la mano, ma assicurarsi che venga portato di fronte a un tribunale e venga giudicato colpevole per gli abusi e i crimini di decenni di autocrazia sanguinaria.
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