E dopo il Qatar, l'Arabia Saudita! Il latitante ed Ex-vicepresidente irakeno Tariq al-Hashemi, inseguito da mandati di cattura per il suo ruolo nell'organizzazione di omicidi e attentati usando come 'manodopera' proprio le guardie del corpo che aveva assegnate per la sua carica istituzionale (ricompensate con tremila dollari a 'colpo' e se restie 'convinte' con minacce a famiglie e parenti) dopo essersene rimasto rintanato in Curdistan per mesi, ed essere da lì fuggito in Qatar ha da poco lasciato Doha per arrivare a Riyadh, forse nel tentativo di chiedere "asilo" a Re Saoud, grande protettore di tiranni e assassini in fuga, purché alleati fedeli di Usa e Israele.
Il pellegrinare di Al-Hashemi ha senso: in Curdistan era pur sempre vulnerabile a un'azione di forza del Governo centrale, che lo vuole processare a Bagdad, mentre negli sceiccati ed emirati petroliferi del Golfo, retti da tiranni sunniti come lui (il suo partito era una lista sunnita sostenuta dagli Usa in funzione anti-sciita e anti-iraniana) sarebbe molto più al sicuro, ma forse lo Sceicco Al-Thani del Qatar si é già rifiutato di ospitarlo, da qui la nuova tappa nella sua latitanza. Se anche Re Saoud lo respingesse si azzarderà forse Hashemi a tornare in Curdistan? O punterebbe verso l'Europa o gli Usa??
La lista dei reati che gli vengono ascritti é lunghissima: oltre 150 imputazioni tra cui cospirazione a delinquere, omicidio in ruolo di mandante, strage e altro ancora; se finisse davanti a un tribunale Hashemi rischierebbe benissimo la forca o nella più benigna ipotesi l'ergastolo. Dopo la vibrata condanna al Governo del Qatar per non avere acconsentito ad estradare nella capitale irakena l'Ex-vicepresidente si aspettano ora le reazioni di Maliki e soci anche verso l'Arabia Saudita.
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