Di fronte alle continue manifestazioni che hanno continuato a scadenze regolari (di solito ogni venerdì dopo le preghiere) a turbare la capitale e gli altri maggiori centri urbani del paese e alle pressioni di organismi internazionali il capo della Casa di Hashem ha ceduto e deciso di rilasciare con effetto immediato i diciannove attivisti politici arrestati a marzo con le accuse di "Incitamento contro il Governo, sommossa e ingiurie alla persona del Re".
Secondo un comunicato emesso ieri sera dalla Corte e ripreso dall'Agence France Presse: "Sua Maestà ha istruito il Governo e il Ministero dell'Interno e della Giustizia di prendere tutte le necessarie misure per garantire il prima possibile il rilascio dei diciannove incarcerati in questione; la decisione é stata presa dopo l'incontro domenicale di Sua Maestà con i leader tribali di Tafileh -da dove provenivano sei dei prigionieri in questione-, che hanno caldeggiato la grazia per i loro concittadini".
Ovviamente l'incontro con gli 'anziani di Tafileh' non é stato altro che un pretesto per dare l'impressione della clemenza regale che interviene dopo una supplica dei sudditi; ormai infatti la situazione si era fatta esplosiva, prova ne é il fatto che oltre i sei di Tafileh sono stati liberati anche tredici residenti di Amman in favore dei quali nessuno aveva impetrato grazie di sorta. E' dal gennaio del 2011 che il regno transgiordano é agitato da proteste per la riforma politica ed economica e un contrasto serio e profondo alla diffusa corruzione negli uffici pubblici
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento