Come in Tunisa poco più di dodici mesi fa anche la Giordania, scossa da mesi e mesi di proteste, manifestazioni e fumose promesse di 'riforma' da parte di una Casa Reale che si sente sempre più assediata, ha assistito a un'episodio di auto-immolazione, risultato nella morte di un impiegato statale 51enne.
La motivazione per un atto tanto estremo sta da ricercarsi nel fatto che l'uomo, pur avendo un lavoro regolare come impiegato statale trovava tuttavia impossibile riuscire a sostenere adeguatamente la propria famiglia. Il fatto aiuta a capire come la corruzione anche a livelli medio-bassi sia tanto endemica nell'apparato pubblico giordano: a volte non é questione di avidità, ma di sopravvivenza.
Puntualmente, dopo le tradizionali preghiere del venerdì, gruppi di dimostranti antigovernativi, principalmente riconducibili al Fronte Islamico d'Azione, ma anche indipendenti o aderenti ad altri partiti e movimenti, si sono radunati sotto lo slogan "Anche Noi siamo Cittadini Infiammabili". Ad Amman si sono riportati scontri tra squadracce di bastonatori realisti e dimostranti, che sono proseguite sotto gli occhi indifferenti della polizia che non ha fatto nemmeno finta di cercare di dividere gli aggressori dagli aggrediti.
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