E' evidente il tentativo di Sion di spezzare il fronte della protesta separando un'organizzazione minoritaria ma importante come il PFLP dal resto del movimento, ma Saadat, pur provato dallo sciopero e ancor più dagli anni di detenzione in isolamento non si é mostrato disposto a facilitare questo piano israeliano. Sadaat ha rivelato l'approccio sionista nel suo incontro di garanzia con un avvocato dell'associazione umanitaria Addameer, nella giornata scorsa.
ovviamente tutt'altra musica si suona dalle parti dell'Anp e di Fatah, movimento dirottato da cacicchi servili e indegni, i quali, panciuti e satolli come sono, subito hanno "aperto un canale di dialogo" con lo Shabas, cercando di scavalcare il Comitato dei prigionieri: come se un consiglio di burocrati in doppio petto, tra una "colazione di lavoro" e una "cena di gala" potesse prendere decisione a nome di migliaia di persone che, private della libertà personale da mesi, anni, in qualche caso decenni, non hanno esitato un secondo a privarsi anche del cibo, trasformando i loro corpi in campi di battaglia per dire "basta!" alle disumane pratiche detentive sioniste.
I burocrati di Fatah, vigliacchi come sempre, hanno minacciato di interrompere i pagamenti degli assegni versati dall'organizzazione alle famiglie dei detenuti (spesso necessari per la loro stessa sopravvivenza), se gli aderenti al partito in carcere non interromperanno il loro sciopero della fame; sembra che 65 detenuti lo abbiano già fatto.
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Abbas ingrassa sempre di più un po' di sciopero della fame a lui non farebbe male!
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