Di tale categoria di "paria" fanno certo parte gli sciiti d'Arabia Saudita, che, pur contando circa il diciassette per cento della popolazione totale, perdipiù stanziata sulle terre più ricche del petrolio che fa ricco l'usurpatore Abdallah al-Saoud possono venire impunemente massacrati dalla sbirraglia di quest'ultimo senza che l'ONU e altri inutili consessi internazionali gridino allo scandalo, alle sanzioni o minaccino l'intervento militare 'umanitario'.
Khaled al-Labbad era un attivista sciita che si batteva per le riforme e la democratizzazione dello sclerotico e asfissiante regime saudita; é stato ucciso a Qatif dagli sgherri di Al-Saoud che, per sovrapprezzo, mentre lo massacravano hanno anche ucciso un ragazzo appena sedicenne, il cui nome non é stato ancora rivelato ai media.
Il nome di Labbad compariva su una vera e propria "lista di proscrizione" compilata dagli inquisitori di Riyadh che vorrebbero rapire e torturare tutti gli organizzatori (si dice 23 persone in tutto) delle ultime imponenti manifestazioni di protesta che hanno infiammato Qatif, Awamiyah e altri centri delle Province sciite costiere.
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