L'hardware era dotato di una carica esplosiva che, proprio come i messaggi che riceveva Peter Graves nel telefilm americano, lo ha autodistrutto quando i membri dell'IRGC hanno cercato di muoverlo. I resti dell'apparecchiatura, comunque, sono stati recuperati e inviati a un laboratorio scientifico che li analizzerà attentamente per cercare di dedurne potenzialità e origine.
La Repubblica Islamica sta seriamente pensando di inoltrare un formale reclamo all'Agenzia Atomica Internazionale, covando il giustificato sospetto che tale impianto sia stato collocato lo scorso agosto durante il periodo di "ispezione" degli osservatori IAEA, molti dei quali provenienti da paesi imperialisti contrari al pacifico programma nucleare di Teheran.
Se la buona volontà iraniana di dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la natura pacifica del proprio nucleare viene presa a pretesto dalle potenze arroganti per lasciare strumenti di spionaggio (e forse anche di sabotaggio) non si capisce cosa spinga l'Iran a rimanere entro i firmatari del Trattato di Nonprofilerazione.
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