Pur promettendo di "non ricorrere mai alla forza contro Stati vicini e fratelli" il Presidente egiziano Al-Sisi ha messo in chiaro che Il Cairo non tollererà progetti di dighe o deviazioni del corso del Nilo che possano impattare negativamente sulla 'sovranità idrica' del paese.
E' da molto tempo infatti che, istigati e in alcuni casi direttamente o indirettamente finanziati da Tel Aviv certi paesi dell'Africa Nera vorrebbero intrappolare sempre più acqua del grande fiume dell'Antichità, da sempre legato alla Storia, alla Cultura, persino alla Religione Primigenia dell'Egitto.
Circa tre anni fa un accordo con il Presidente etiope sembrava avere composto la vertenza, ma la recente dichiarazione può far pensare che forse Addis Abeba abbia voluto rinegoziare la cosa, o forse alzare la posta.
Aspettiamo lo sviluppo degli eventi, notando che Sisi, nel suo annuncio ha legato direttamente il rafforzamento militare del paese alla necessità di garantirne la sicurezza "in ogni ambito".
Col 90 per cento della popolazione che vive nei 10 Km di terreno a Est e ad Ovest dalle rive del Nilo l'Egitto non é meno dipendente dalle sue acque di quanto non lo fosse al tempo delle piene fertilizzatrici.
Nel progetto di sterminio globale l'acqua dei fiumi sarà a pagamento e quando gli etiopi chiederanno il saldo della bolletta dell'acqua del Nilo all'Egitto si ritroveranno almeno cinquanta milioni di egiziani ad Addis Abeba per "pagare"
RispondiEliminaabissini, gentaglia, ch'ancor ci teme (e con ragione)
EliminaIsraele = focolaio di guerra nel mondo!
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