Esistono "giornalisti" come Giovanna Botteri che da New York ammannisce spiegazioni e giudizi su quanto accade a Pyongyang, a Santiago de Cuba e a Caracas e "reporter d'assalto" come Lucia Goracci che si collega dai Club Méd della Turchia pretenendendo di fare la cronaca degli eventi in Siria.
Poi esistono coloro che anche nel XXI Secolo mantengono viva la tradizione degli inviati di guerra, rischiando in prima persona per vedere direttamente gli eventi di cui poi riferiranno al loro pubblico.
Uno di questi coraggiosi era Walid Jabbour Khalil, in forza al Dipartimento Media del Ministero della Difesa della Repubblica Araba Siriana.
Khalil si trovava nel Ghouta Orientale, nella zona di Harasta, ultimamente teatro di scontri particolarmente violenti, quando é rimasto ucciso.
Ci stringiamo ai suoi familiari e ai suoi colleghi nel ricordo dell'uomo e della sua opera.
Che possa continuare, da dove si trova ora, a seguire lo svolgimento degli eventi.
Onore a Lui, che il popolo Syriano riesca a vincere anche per Lui.
RispondiEliminaAnte lucrum nomen. Sentite condoglianze alla famiglia.
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