Il rappresentante del raggruppamento di opposizione 'Kadima' Nachman Shai ha invitato il Premier sionista Benji Netanyahu a ripensare profondamente le relazioni con Hamas alla luce della pressoché unica 'finestra di opportunità' creatasi con l'accordo per la liberazione di Gilad Schalit. Lungi dal considerare l'evento un incidente isolato Shai vede l'accordo raggiunto come la prova che Hamas sia, per l'evidente sostegno di cui gode presso la popolazione palestinese, un necessario partner di dialogo che perdipiù ha appena mostrato di essere affidabile e leale alla parola data.
Shai ha dichiarato che adesso sarebbe possibile levare il blocco economico contro Gaza, istituito, ricorda "non per affamare la popolazione, ma come misura per arrivare alla liberazione di Schalit -scopo peraltro in cui ha pienamente fallito visto che l'Ebreo francese é stato liberato quando Israele si é piegato alle condizioni di Hamas, NdA-"; aggiungendo che il miglioramento della situazione economica e umanitaria potrebbe sbloccare la possibilità di nuovi accordi con Hamas.
Naturalmente, queste sensate e fondate considerazioni potrebbero essere raccolte e fatte proprie qualora il Governo dell'entità sionista fosse affidato a politici con almeno una vaga idea della situazione sul terreno e una concezione realistica delle possibilità e delle convenienze politiche e diplomatiche di Israele in uno scenario politico regionale in profonda e rapida evoluzione. Purtroppo, come già dimostrato in numerose occasioni precedenti, questo non é il caso di Benji Netanyahu e del suo esecutivo infarcito di estremisti religiosi, razzisti criptofascisti, militaristi e altri allucinati.
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