sabato 17 agosto 2013

Alice Walker, profetessa femminista della 'correttezza' paga lo scotto delle sue affermazioni pro-Palestina!

Abbiamo già parlato in passato di Alice Walker, portabiandiera del lesbofemminismo e del 'politicamente corretto' che tanta fortuna avevano tra anni '80 e '90 tanto da "meritarsi" un piagnoso e noioso filmone del sionista Spielberg che voleva mostrarsi "regista impegnato" (ma meglio se rimaneva alle sarabande d'avventura di Indiana Jones, che sono più il suo terreno).

Adesso però la Walker ha perso tutto il sostegno della 'Lobby a Sei Punte' e anzi, é stata messa all'indice per avere OSATO affermare nel suo "The Cushion in the Road" l'ovvietà che il Popolo di Palestina sia perseguitato dal regime ebraico che lo sottopone a un regime di Apartheid, tanto da vedersi esclusa da un evento all'Università del Michigan quando i finanziatori sionisti dello stesso hanno minacciato di chiudere i rubinetti del denaro.

Anziché dimostrare dignità umana e scientifica i dirigenti dell'Università hanno preferito escludere la personalità 'sgradita' ai sacerdoti del sinedrio, dimostrando quanto misero sia il livello delle istituzioni pretese 'culturali' americane, ricattabili e "in vendita" al migliore offerente.

Laddove una società si fa permeare dal denaro e soggiace alle sue leggi non può esistere Vera Libertà.

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