Come se non bastassero i postumi del 'sequestro-lampo' subito l'altro giorno dal Premier tripolino Ali Zeidan a mantenere tesa e incerta la situazione politica dell'Ex-Jamahryia una potente carica esplosiva collocata in un'automobile in sosta é detonata nel quartiere Al-Fouihet danneggiando gravemente l'edificio del vicino consolato svedese.
Non é la prima volta che rappresentanze diplomatiche straniere vengono attaccate in Libia; poco tempo fa una folla armata aveva cercato di assaltare a Tripoli l'ambasciata russa; sempre nella capitale un'autobomba aveva colpito lo scorso aprile la sede diplomatica francese, mentre in passato, di nuovo a Benghazi, attaccanti rimasti sconosciuti avevano invaso il consolato Usa uccidendo il rappresentante Chris Stevens e causando un enorme imbarazzo politico all'Amministrazione Obama e al suo allora Segretario di Stato (poi dimessosi) Hilary Clinton.
Secondo molti osservatori la Libia é a un passo dal trasformarsi definitivamente in uno Stato-fallito: le milizie armate interferiscono con ogni tentativo di normalizzazione della situazione interna, occupano infrastrutture fondamentali come gli impianti estrattivi di gas e petrolio e li tengono in ostaggio. Intere regioni del paese sono fuori da ogni controllo da parte del Governo centrale.
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