Ahmed Yousef |
L'Islam, la cultura e la società musulmana, possono senza dubbio rivendicare il merito di avere abbattuto molte di queste restrizioni e di queste barriere, enfatizzando l'eguaglianza sociale e garantendo il diritto al Lavoro come parte integrante della libertà di scelta di ogni donna. Inoltre, sebbene il Corano raccomandi a uomini e donne di "vestire con modestia", la questione se una donna debba indossare uno Shayla, un Hijab, un Amira, un Chador o un Niqab, é, in ultimo, lasciato alla coscienza personale della donna e al suo rapporto con la Scrittura e con Dio.
Inoltre, la scelta di un individuo o di un gruppo di praticare la propria religione seguendone gli insegnamenti, i principi e i precetti deve essere pienamente rispettato e non giudicato secondo standard stabiliti da qualcun altro.
Se da un lato non si può negare che certi individui o certe istituzioni in alcuni paesi o realtà musulmane abbiano oppresso le donne, come del resto é accaduto nel corso della Storia a qualunque paese e in qualunque latitudine, é cruciale, per una valutazione obiettiva dei fatti, riconoscere che tali comportamenti e tale oppressioni non seguono alcuna norma o ideologia religiosa e, anzi, spesso derivano da precedenti tradizioni e norme, con le quali l'Islam si é spesso trovato in contrasto. Hamas, in quanto movimento musulmano, é ansioso e pronto a implementare i principi e gli insegnamenti di integrazione e uguaglianza del genere femminile nel corpo sociale, senza riguardo per norme o tradizioni oppressive.
Hamas, in quanto Movimento di Liberazione dell'intero Popolo palestinese, lavora per rifiutare, sradicare e mettere fine all'Occupazione sionista e all'ingiustizia e all'oppressione che essa genera e non ha, in nessun modo o maniera, intenzione di instaurare un particolare tipo di Stato al termine di questa vittoriosa lotta di liberazione; né progetta di imporre le proprie visioni e i propri valori a chicchessia.
Per conseguire il proprio obiettivo primario, la vittoria della lotta di liberazione, Hamas deve giocoforza mobilitare e coinvolgere tutti i gruppi e tutti gli strati della società palestinese, senza riguardo al censo, al sesso, all'età, questa é la stringente necessità della militanza integrale.
Nel Corano é scritto: "I credenti, uomini e donne, sono l'uno il protettore dell'altro, godono di ciò che é giusto e proibiscono ciò che é nocivo". Chiaramente, l'Islam permette a uomini e donne di cooperare nell'assoluzione dei loro doveri; conseguentemente con ciò, comprendendo l'importanza l'utilità dell collaborazione e della complementarietà Hamas invita le donne a prendere parte a tutte le proprie attività: vi sono membri femminili nel Consiglio Consultivo, responsabile della strategia generale e delle iniziative principali del Movimento, così come vi sono donne attive nel Politburo, nell'Ufficio Affari culturali e, ovviamente, il Comitato per gli Affari femminili é costituito esclusivamente da donne.
A parte questi ruoli politici, le donne di Gaza giocano un ruolo decisivo nel mondo del lavoro e dell'istruzione: molte donne hanno ruoli di prestigio e responsabilità nelle scuole e nell'Università della Striscia, lavorano come medici, ingegneri e tecnici, si occupano del Sociale e hanno ruoli preminenti anche nelle rappresentanze sindacali e nei consigli studenteschi. Con le vittoriose elezioni del 2006 le donne di Hamas si mobilitiarono nella Striscia e in Cisgiordania per portare con grande successo il messaggio di Dignità e Resistenza di Hamas all'elettorato palestinese, che lo recepì premiandolo con la maggioranza assoluta.
Tre membri del Parlamento palestinese uscito da quelle urne erano donne, una di loro divenne Ministro, ben sessanta furono nominate direttori generali di commissioni e assessorati. Di sei Dipartimenti di Educazioni locati oggidì nella Striscia di Gaza, ben tre sono guidati da donne.
Con simili 'ceffi' a infestare la stampa e l'informazione italiana menzogne e balle su Hamas sono all'ordine del giorno! |
Mamma mia che "sinagoga" la galleria di 'giornalisti' italiani!!!!
RispondiEliminaPoi ci si stupisce che in Italia non si trovi nessuno che abbia il coraggio di dire la verità sulla Palestina e sul Medio Oriente!!!