martedì 11 gennaio 2011
Fatah si é accordata con Israele per far rapire i cinque prigionieri stremati dallo sciopero della fame
Fonti militari israeliane hanno confermato che il rapimento del leader di Hamas Wael al-Bitar e degli altri quattro ex-prigionieri appena rilasciati dalle galere di Fatah, dopo un durissimo e debilitante sciopero della fame durato oltre cinque settimane, sia stato condotto a termine grazie a informazioni ricevute proprio dai servizi di sicurezza di quella che un tempo lontano fu l'organizzazione di Yasser Arafat.
L'intelligence di Fatah aveva liberato da pochissime ore i cinque detenuti (alcuni dei quali non avevano ricevuto nessuna sentenza, altri avrebbero invece essere scarcerati mesi fa), dopo che le pressioni di organizzazioni umanitarie locali e internazionali si erano fatte serratissime e continue; puntualmente, la stessa notte, pattuglie di militari dello Stato ebraico hanno ri-sequestrato i cinque, uccidendo nel corso delle operazioni un vecchio di 65 anni che dormiva placidamente nel suo letto.
La dinamica degli eventi fa temere che lo squadrone della morte israeliano abbia confuso la sua vittima con lo stesso Waed al-Bitar (i due erano infatti vicini di casa), il che fa temere per la vita del dignitario di Hamas, che potrebbe essere stato ucciso dagli israeliani una volta chiarito l'equivoco.
Lo scambio di informazioni fra gli "ascari" di Fatah e i loro padroni israeliani sarebbe avvenuto per tramite di Majed Faraj, ufficiale dell'organizzazione di Abbas a capo dell'intelligence della cosiddetta "Autorità nazionale palestinese"; Faraj, messo alle corde dalle pressioni del leader musulmano Sceicco Raed Salah, avrebbe preso contatto con l'apparato militare dello Stato ebraico ancor prima di dare l'ordine di liberare i cinque prigionieri, che erano stati da poco trasferiti dalla prigione di Betlemme all'ospedale di Al-Khalil.
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