Barack Obama sta probabilmente rimpiangendo la scelta di dare a Dama Clinton carta bianca sulla politica estera Usa... |
E' ormai evidente, come risulta dall'analisi della successione temporale degli eventi, che il presidente dimezzato che siede nello Studio Ovale debba ringraziare Dama Clinton, instancabile patronessa della lobby ebraica e infaticabile protettrice degli interessi e dei desiderata israeliani per l'ennesima debacle della propria politica estera, che sta ormai raccogliendo tante battute d'arresto da ricordare quella del suo impopolare predecessore George Bush jr.
La Clinton infatti incontrò Saad Hariri prima di partire per un viaggio in Medio Oriente e Golfo Persico, dove si é fatta notare per i ripetuti tentativi di seminare zizzania fra i paesi arabi del Golfo Persico e l'Iran, nonché per il goffo tentativo di fare accettare all'opinione pubblica araba il 'fait accompli' riguardo la continua politica sionista di persecuzione e sradicamento della popolazione araba dalla Palestina.
E' chiaro che nel colloquio, avvenuto a porte chiuse, la Clinton abbia messo Hariri con le spalle al muro costringendolo a fare un passo indietro dalla prospettata accettazione dell'intesa "2S" (Siro-Saudita) che lo avrebbe invece portato a rigettare "in anticipo" qualunque conclusione del Tribunale speciale per il Libano, più volte esposto come un'agenzia parziale e politicizzata, pronta a falsificare prove e ad accettare testimonianze mendaci nel tentativo di costruire un traballente castello accusatorio nei confronti del suo obiettivo del momento (prima la Siria, adesso il partito Hezbollah).
Hariri, che nell'attentato di sei anni fa ha perso suo padre, sembrava inclinato a voler conoscere la verità piuttosto che a lasciare andare liberi gli assassini del padre per far piacere ai suoi sponsor internazionali, ansioni di piegare il Libano ai loro voleri, ma, minacciato dalla bionda paladina della lobby sionista, ha commesso l'errore di vacillare e tentennare come un qualsiasi Carlo Alberto, pagando prontamente lo scotto della sua indecisione con il crollo del suo Esecutivo.
Walid Jumblatt quando era ancora in "buona" con gli Usa... |
Militanti del PSP durante la Guerra civile del Libano |
Il Ministro del Lavoro Muahmmad Fneish (del partito sciita Hezbollah -foto sopra-) ha a sua volta dichiarato: "Le ingerenze americane e l'incapacità di Hariri di assumere una posizione autorevole e indipendente da essere hanno sabotato ogni speranza di successo dell'iniziativa siro-saudita; se volete saperne di più sulle ragioni di questo fallimento dovete chiedere alla signora Clinton". Se Obama avrebbe visto di buon occhio una soluzione inter-araba che non coinvolgesse eccessivamente la Casa Bianca nella ragnatela di interessi e pressioni contrapposte che é la politica interna libanese Dama Clinton, da brava paladina del sionismo a stelle e strisce, non poteva farsi sfuggire l'occasione di intrigare a favore di Israele, anche a scapito degli immediati interessi politici della propria nazione, da qui il suo intervento.
La Clinton, sorridente e scodinzolante accando al suo "Massa"... |
Anche dalle occasioni perdute, comunque, si possono trarre utili lezioni e ammaestramenti, da ricordare e utilizzare in futuro: da questa in particolare il popolo libanese e i suoi sinceri amici ed alleati hanno avuto l'ennesima conferma che molto più della Siria o addirittura dell'Iran é dalle mire egemoniche di Stati Uniti, Francia e ovviamente Israele che il Paese dei Cedri ha da salvaguardare la propria indipendenza ed autonomia, mentre le forze che ieri militavano nella Resistenza contro l'invasione e l'occupazione militare sionista costituiscono il più grande baluardo a difesa delle stesse.
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