Un nuovo convoglio di solidarietà con la popolazione del ghetto assediato di Gaza ha terminato il suo viaggio, facendo transitare oltre 80 tonnellate di materiale, soprattutto provviste ed equipaggiamenti medici, attraverso il varco confinario di Rafah. Questa volta gli aiuti venivano dalla Jamahiriya libica, segno tangibile della solidarietà inter-araba che lega la Palestina con realtà anche molto distanti geograficamente.
In una conferenza stampa tenutasi presso l'ospedale Shifa, il più grande e moderno dell'intera Striscia, membri del team di volontari che hanno portato gli aiuti a destinazione hanno dichiarato che il loro viaggio, il quinto dall'inizio dello strangolamento economico israeliano, verrà seguito il prima possibile da un sesto e poi da un altro ancora, fino a quando l'assedio dello Stato ebraico non sarà altro che un ricordo e i Palestinesi di Gaza potranno tornare a una vita normale.
Membri dell'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni unite per le Operazioni di Soccorso, hanno recentemente espresso gravi preoccupazioni per il fatto che i convogli di solidarietà sono responsabili delle necessità basilari di circa l'ottanta per cento degli abitanti di Gaza, i quali, nel caso di un loro rallentamento o di una loro interruzione, andrebbero incontro a una vera e propria catastrofe umanitaria.
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