mercoledì 12 gennaio 2011
Undici ministri si dimettono, crolla il Governo Hariri in Libano
Con le dimissioni di undici ministri in carica ha avuto termine in Libano il Governo di unità nazionale guidato da Saad Hariri, figlio del due volte ex Primo Ministro Rafiq, morto nel 2005 a causa di un attentato che molti ritengono architettato da Israele.
Dieci fra i dimissionari appartengono a partiti di opposizione: essi sono Mohamad Fneish e Hussein Hajj Hasan (Hezbollah -sciiti musulmani-), Mohamad Jawad Khalife, Ali Shami e Ali Abduallah (Movimento Amal -sciiti-), Charbel Nahhas e Fadi Abboud (Libero Movimento Patriottico -principalmente cristiani-), Abraham Dadayan (Partito Tashnaq -armeni-) e Youssef Saade (Partito Marada -cristiani maroniti-).
L'undicesimo ministro dimissionario, Adnan Sayyed Hussein, fa parte dei seguaci del Presidente del Libano, Michel Suleiman.
Saad Hariri, che al momento delle dimissioni si trovava in visita di Stato negli USA, si é trovato nella strana situazione di entrare a colloquio con il Presidente Obama come Primo Ministro libanese e di uscire dallo Studio Ovale come capo di un esecutivo in crisi.
La Crisi di Governo, che dovrà giocoforza portare rapidamente a nuove elezioni, ha le sue radici nel fallimento dell'intesa bipartisan caldeggiata da Siria e Arabia Saudita per risolvere in maniera interna e condivisa lo scottante "affaire" del cosiddetto Tribunale Speciale per il Libano; l'organismo che, inizialmente creato per cercare di fare luce sulla morte di Rafiq Hariri, si é macchiato di numerose irregolarità, piegandosi ai desiderata di forze straniere che vorrebbero incolpare dell'attentato il partito sciita Hezbollah.
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