domenica 30 gennaio 2011
L'esercito egiziano è festeggiato dalla folla, Mubarak "licenzia" il Governo, la protesta però continua
L'esercito egiziano é sceso in forze nelle strade ma, smentendo le preoccupazioni degli osservatori (noi compresi) che temevano una 'Tienanmen all'ombra delle Piramidi', non per schiacciare le proteste nel sangue.
Anzi.
Come testimoniano queste numerose e interessanti foto i militari, di truppa ma anche ufficiali, si sono prodigati nello spiegare ai cittadini in piazza che non erano arrivati per combatterli, ma solo per prevenire saccheggi, distruzioni ed episodi di sciacallaggio mentre la popolazione continua le sue dimostrazioni anti-Mubarak.
Potrebbe essere un nuovo punto di svolta perché, se confermato, questo indirizzo testimonierebbe come le Forze Armate non ci tengano a diventare il "randello" di Mubarak, ruolo che, se garantirebbe ai loro scaglioni superiori di capitalizzare la riconoscenza del 'faraone', certo guadagnerebbe alle truppe in strada e all'istituzione dell'Esercito il perdurante odio della popolazione.
Da parte sua Mubarak si é distinto per un ragguardevole esempio di "troppo poco troppo tardi" quando il suo messaggio televisivo alla nazione, che aveva imposto l'alt persino alle frenetiche (ma scoordinate) attività del Dipartimento di Stato Usa, ansioso di conoscere con quale 'asso nella manica' il Faraone del Cairo avrebbe affrontato la rivolta del suo popolo.
Ebbene Mubarak, apparso provato e stranito, si é limitato a rivolgere generici appelli alla calma e a promettere un immediato rimpasto del Governo; ma i dimostranti egiziani non stanno gridando "Governo vattene" da tre giorni consecutivi, loro vogliono che sulla via dell'esilio (magari Saudita?) ci vada proprio lui.
La moderazione e il 'reaching out' degli uomini in mimetica non sono però state minimamente imitate dai poliziotti dei reparti antisommossa, che hanno continuato con le loro tattiche dalla 'mano pesante' utilizzando senza risparmio candelotti lacrimogeni, proiettili di plastica dall'anima in metallo e getti d'acqua ad alta pressione (tutti 'doni antiterrorismo' del generoso Zio Sam), facendo lievitare il bilancio dei morti sopra la trentina.
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Adesso bisogna stare attenti che i generali non cerchino di fare bella figura con i manifestanti, "fraternizzando" con loro e cacciando Mubarak.
RispondiEliminaPer imporsi loro. Sarebbe il colpo-maestro per Obama.