Abbiamo già segnalato in numerosi nostri articoli come le bande di coloni ebrei fondamentalisti costituiscano una pedina insostituibile nella strategia razzista di Israele, lo stato dell'Apartheid, che se ne serve come sgherri "illegali" per aggredire, angariare, perseguitare i cittadini palestinesi a cui vuole rubare terre e villaggi, scatenandoli in veri "pogrom" e raid devastatori e, fin troppo spesso, persino omicidi.
Questi criminali non soltanto godono dell'appoggio e della complicità dell'esercito e della polizia sionista ma, in un prossimo futuro, costituiranno addirittura un bacino privilegiato di reclutamento per quest'ultima, chiudendo virtualmente il cerchio dell'indottrinamento al razzismo e alla violenza che tanti passi in avanti ha fatto nello Stato ebraico a partire dalla sempre più massiccia estremizzazione del rabbinato militare e con la diffusione di ideologie razziste e fasciste nella società israeliana proprio a partire dalla leva obbligatoria.
Il "ceffo" Itamar Ben Gvir, sul suo viso si possono leggere chiaramente i segni di una personalità disturbata. |
Adesso un nuovo marchio d'infamia si aggiunge al "cursus" della teppaglia degli insediamenti; nella giornata di mercoledì 9 febbraio, infatti, un pattuglione di settler guidati dall'estremista Itamar Ben Gvir (un elemento che in qualunque altro paese tranne che in Israele sarebbe habitué delle patrie galere) ha addirittura osato aggredire e insultare un Ministro degli Esteri dell'Unione Europea: la spagnola Trinidad Jimenez.
La Jimenez stava visitando la cittadina palestinese di Hebron in compagnia di Kamil Hamid, suo sindaco e di un piccolo corteo di rappresentanti locali e operatori dei media quando, all'uscita della Moschea di Ibrahimi una pattuglia di teppisti con a capo Ben Gvir ha dato vita a un'intollerabile e indegna gazzarra, serrandosi sotto il gruppo delle autorità e urlando sguaiatamente insulti e irriferibili oscenità.
Il Ministro socialista, per nulla smossa dall'esibizione dei Lumpen ivi raccolti, ha provato a comunicare con loro, spiegando in inglese che la sua presenza in terra di Palestina non deve essere percepita come minacciosa o ostile da nessuno, senza che il crasso ed esagitato Ben Gvir desse segno di essere in grado di capire il messaggio. Durante tutto lo sviluppo della situazione, che ha rischiato di degenerare in violenza più di una volta, gli scalmanati coloni ebrei sono rimasti in piena vista di una pattuglia mista di poliziotti e militari israeliani, che non hanno ritenuto di dover intervenire.
Il Sindaco Hamid, in seguito, ha definito l'episodio come un'intimidazione di stampo fascista, che ha potuto avere luogo grazie alla complicità della polizia e dell'esercito sionista.
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