Una delegazione dell'Alleanza internazionale per la Fine dell'Assedio contro Gaza é arrivata nella Striscia costiera attraverso il varco di confine di Rafah, come confermato da fonti e testimoni sul luogo. Il gruppo di attivisti, che comprende due egiziani, due irlandesi, due britannici, due statunitensi, due greci e un ungherese sarà il primo a poter valutare la situazione a Gaza dopo l'insurrezione egiziana che ha spodestato Mubarak.
Per quanto auspicata e festeggiata dagli stessi Palestinesi dell'enclave la cacciata di Mubarak ha temporaneamente peggiorato le loro condizioni di vita, per la prolungata chiusura della dogana sul lato egiziano del confine.
I delegati internazionali hanno recato con loro un piccolo pacco di cemento in polvere, 'dono' simbolico per significare l'urgenza di abolire, fra tutte le altre e prima delle altre, le restrizioni imposte da Israele all'importazione di materiali edili per uso privato, necessari a riparare una volta per tutte le ferite e le distruzioni inflitte sul tessuto urbano di Gaza dal violento 'pogrom' militare israeliano di ventisei mesi fa.
Ahmed al-Asy, uno dei due egiziani del gruppo, ha dichiarato che la visita, oltre a dimostrare la solidarietà e l'attenzione di tutto il mondo per le perduranti sofferenze di Gaza e del suo popolo, vuole testimoniare in particolare la costante vicinanza del popolo egiziano, che non potrebbe considerare 'completa' la sua liberazione dall'avvilente cappa del Mubarakismo se non ribaltasse le scelte del tiranno deposto in politica estera, in primo luogo e innanzitutto smettendo di fare da 'quarta sponda' allo strangolamento economico della Striscia voluto dallo Stato ebraico.
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