La gran copia di notizie che arrivano dai quattro angoli del Mondo Arabo, ultimamente, ci ha un po' fatto trascurare l'arena che, dopo la Palestina, costituiva il nostro più frequente ambito di interesse: il Libano. Un primo segnale di una progettata "inversione di tendenza" speriamo vi sia già giunto con il precedente articolo su Walid Jumblatt, adesso ci accingiamo a proseguire su quel sentiero con un editoriale sulle conseguenze prevedibili a medio e lungo termine di una recente dichiarazione di Sayyed Hassan Nasrallah, leader incontrastato del Movimento musulmano sciita Hezbollah.
I nostri lettori più attenti ben ricorderanno che, in occasione del suo lungo e articolato discorso in occasione delle celebrazioni alla memoria dei Leader Martiri, sua Eccellenza Nasrallah aveva fatto riferimento alla crescente preoccupazione aleggiante fra i generali dello Stato ebraico che, in occasione di una 'reprise' del conflitto del 2006, truppe di Hezbollah potrebbero entrare in territorio israeliano, nelle regioni settentrionali.
Nasrallah, nel suo discorso, aveva senza troppi fronzoli che non solo ciò sarebbe possibilissimo ma che, persino, Hezbollah stava considerando l'opzione e la possibilità di OCCUPARE determinate zone della Palestina del Nord. Questa é stata la prima volta che una simile affermazione é stata resa in pubblico, durante un'occasione fondamentale del calendario di Hezbollah, dalle stesse labbra del suo leader supremo. Di solito quando un politicante occidentale vuole rilasciare dichiarazioni minacciose e azzardate lo fa quasi di nascosto, a latere di occasioni triviali, possibilmente per bocca di un sottoposto o di un portavoce.
In quel modo, se si arriva alla mala parata, é sempre pronta la giustificazione: "Le mie parole sono state travisate!" e "Mi avete frainteso!". Berlusconi, ad esempio, é maestro di questa tecnica, così come qualche leghista, che, ricorrendovi, possono lasciarsi andare alle intemerate più violente e assurde, salvo poi impetrare l'equivoco a giustificare ogni eccesso. Nasrallah ha fatto l'esatto opposto; la sua dichiarazione, si mette in fila dietro diverse altre che lasciano intendere come Hezbollah stia programmando la guerra che verrà (perché questa é la convinzione dello Stato Maggiore sciita, con Israele, fino a che esiste, non potranno che susseguirsi lotte e confronti violenti) come affatto simile alle pur vittoriose battaglie difensive del 2006, del 2000, del 1996 e del 1985.
Questa volta, Hezbollah progetta di "attaccare"; ovviamente, per un movimento di guerriglia e Resistenza la parola 'attacco' ha un valore relativo: finora Hezbollah ha annunciato che nel prossimo confronto militare con Israele Tel Aviv verrà presa a bersaglio delle artiglierie a razzo del movimento, che il naviglio commerciale diretto a porti israeliani sarà considerato legittimo obiettivo militare e ora la promessa di inviare truppe direttamente sul territorio dello Stato sionista.
In un Medio Oriente dove spesso politici e militari si lasciano andare a iperboli puramente propagandistiche Hezbollah ha l'inconsueta fama di far seguire alle sue parole i fatti. Non per arrogarci mistici poteri di vaticinio ma "guarda caso" uno dei pochi -forse l'unico?- outlet di informazione sul Medio Oriente in Italiano che aveva annunciato la possibilità di una tale iniziativa da parte dei combattenti libanesi era stato proprio Palaestina Felix, in questo nostro articolo datato 8 novembre 2010.
Certo, vi é differenza tra infiltrare commando di sabotatori contro le linee logistiche e 'occupare' militarmente un territorio, ancorché limitato, pure la consequenzialità che lega la nostra profezia e la dichiarazione di Nasrallah dimostra che le nostre fonti erano credibili e, anzi, fin troppo conservatrici nelle loro proiezioni.
La motivazione che ha portato Nasrallah a rilasciare la sua recente dichiarazione é piuttosto evidente: dare da pensare ai generali sionisti; Hezbollah (secondo noi a piena ragione) ritiene che Israele fatalmente attaccherà nuovamente il Libano; bene, ogni annuncio che promette a Tel Aviv una guerra non più combattuta solo sul territorio avversario fa molto per indurre i pianificatori militari dell'IDF a riconsiderare e rivalutare le loro stime.
Più tempo si aggiunge alla pressoché totale calma che contraddistingue il confine israelo-libanese dal 2006 a oggi e più Tsahal può star certo che Hezbollah si rafforzi e affini le sue tecniche e tattiche operative, é pressoché sicuro che ormai le capacità di combattimento della Resistenza sciita siano due o tre volte superiori a quelle dimostrate nell'ultimo conflitto; questo é il razionale del costante e continuo sostegno iraniano a Nasrallah e i suoi: lungi dal voler 'controllare il Libano', come ripetono garruli i propagandisti della Fox e della Cnn, Teheran vede Hezbollah come un utile diversivo con cui occupare Israele fino a che il programma nucleare iraniano non sia nella sua fase irreversibile...più Israele pensa a una guerra col Libano meno può dedicarsi a pianificare difficili e rischiose missioni contro Bushehr e Natanz.
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