lunedì 25 aprile 2011

"Grande Fuga" dalla galera NATO di Kandahar, la Resistenza afghana augura "Buon 25 aprile" agli occupanti e ai loro lacché!

In un exploit che rivaleggia con le più spettacolari sceneggiature degli 'Stalag Movies' tanto cari alla Hollywood degli anni '60 circa 540 partigiani afghani (106 comandanti e per il resto semplici combattenti) sono riusciti a evadere dalla galera di Kandahar, grazie a un tunnel di 320 metri che ha garantito loro la fuoriuscita a distanza di sicurezza dalle garitte e dai riflettori dei guardiani delle truppe NATO e dei loro 'ascari' locali, i miliziani collaborazionisti dello screditato e imbelle Governo di Hamid Karzai, l'ex-dipendente della UNOCAL creato "federale di Kabul" dagli occupanti occidentali.

Fonti vicine alla resistenza afghana hanno confermato che dietro alla grandiosa operazione di fuga vi é stato uno sforzo collettivo di diverse organizzazioni, che hanno messo da parte rivalità claniche e tribali per conseguire un obiettivo rispetto al quale anche la fuga di massa di tre anni fa sfigura fin quasi a scomparire: infatti questa volta il tunnel di fuga non é stato scavato 'da dentro a fuori', seguendo la procedura familiare a tutti gli amanti del genere, ma dall'esterno all'interno della prigione, richiedeno perciò una sicurezza di calcolo e una millimetrica precisione nelle operazioni.
La galera di Kandahar
Dopo essere riusciti a raggiungere il punto convenuto gli scavatori si sono fatti riconoscere dai prigionieri, un ristretto numero dei quali era stato precedentemente messo al corrente dell'operazione e, nel giro di quattro ore e mezza, dalle undici di sera fin quasi alle quattro di mattina, i mujaheddeen sono riusciti a evacuare oltre cinquecento prigionieri; man mano che questi raggiungevano l'estremità del condotto staffette di moto e fuoristrada procedendo con la massima celerità li prendevano in carico e li portavano verso località sicure.

I guardiani della prigione e i loro supervisori occidentali non si sono accorti della fuga di massa fino alle ore sette, quando l'appello antimeridiano ha mostrato, in tutta la sua drammatica evidenza, la mancanza di un enorme numero di carcerati.
Ufficiali della NATO costernati alla scoperta dell'accaduto...cioé...quasi...
Ci chiediamo cosa scriverà in merito l'ottimo Massimo Fini, secondo il quale la fuga in moto del Mullah Omar da Kabul, al tempo della resa della città di fronte ai Signori della Guerra foraggiati dagli invasori Nato aveva gli accenni 'epici e avventurosi' delle imprese di Lawrence d'Arabia, rappresentando l'ultimo 'geste' veramente romantico di cui il cronista avesse memoria.


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