Con una ricerca statistica effettuata nelle ultime settimane e pubblicata recentemente, i cui risultati sono quasi immediatamente stati ripresi e amplificati dall'emittente iraniana di lingua inglese PRESStv, lo statunitense "Centro ricerche Pew per il Popolo e la Stampa" ha verificato che poco meno dei tre quarti dei cittadini egiziani interrogati, secondo un campione socio-economicamente rappresentativo del totale della popolazione, desiderano che le nuove leggi che amministreranno il Paese delle piramidi del dopo-Mubarak siano "ispirate ai valori del Corano".
Una percentuale comparabile degli intervistati ha detto che vorrebbe vedere una decisa o maggioritaria presenza di partiti politici di ispirazione musulmana nella Camera dei rappresentanti che uscirà dalle urne l'autunno venturo, per l'elezione della quale si terranno le prime elezioni politiche genuinamente democratiche della storia del paese.
Altri interessanti risultati dell'indagine a campione svelano che il 54 per cento degli intervistati abrogherebbe unilateralmente lo squilibrato e umiliante 'Accordo di Pace di Camp David', sottoscrito da Sadat al momento del suo 'voltafaccia' che lo portò a passare nel campo filoamericano e filoisraeliano abbandonando il ruolo di prima fila che fino a quel momento Il Cairo aveva avuto nella lotta contro lo Stato ebraico.
Il 79 per cento degli interrogati pensa che l'Egitto in futuro dovrà "distanziarsi" il più possibile, politicamente parlando, dalle posizioni di Washington e degli stati occidentali legati agli Usa; il 64 per cento, inoltre, ripone "poca o nulla fiducia" nella figura e negli intenti dell'inquilino della Casa Bianca Barack Hussein Obama.
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