Un Alto Magistrato egiziano ha dichiarato che "con ogni probabilità" l'interrogatorio dell'ex-Presidente Hosni Mubarak, sorvegliato a vista in una residenza protetta dal giorno della sua deposizione, riaprirà il caso degli accordi con Israele per la vendita di gas metano attraverso il Sinai.
Il giudice ha riportato ai cronisti dell'agenzia di stampa della Striscia di Gaza che, un volta che vengano provate oltre ogni ragionevole dubbio le malversazioni della famiglia Mubarak e dei suoi protetti in merito alla gestione delle risorse naturali del paese, con conseguenti gravi danni per il bilancio statale, l'intero accordo verrà dichiarato nullo e invalido, in quanto stipulato per interesse personale e di parte e contrario al bene del paese.
La corruzione dei due rampolli della famiglia Mubarak, i fratelli Alaa e Gamal, di cui esistono già ampie prove, sarebbe stata strumentale per la stipula di un patto truffaldino che aveva come unico beneficiario Israele, che sarebbe riuscito attraverso tale accordo a garantirsi il 40 per cento del suo fabbisogno di gas a una cifra ridicola, rispetto alla quale anche il 'sovrappiù' costituito dai fondi per la mega-tangente sarebbe stato più che ragionevole, visti gli enormi margini di guadagno a medio e lungo termine.
Il Procuratore della Repubblica Abdulmajeed Mahmoud ha deciso avantieri di estendere la detenzione cautelare di Hosni Mubarak di altri 15 giorni, per "supplementi di indagine" in merito a questa e a numerose altre linee di inchiesta.
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