Il Professor Abdul-Sattar Qassem, ordinario di Scienze Politiche all'Università di An-Najah ha criticato in termini inequivoci l'annunciata istituzione di una "Commissione mista di inchiesta" tra Fatah e le autorità israeliane di occupazione, la quale, con la 'supervisione americana' (di bene in meglio!) dovrebbe 'accertare' la dinamica degli eventi che nella giornata di ieri avrebbero portato all'uccisione di un colono ebreo fondamentalista e al ferimento più o meno grave di altri tre quando i settler, a bordo di una colonna d'automobili, avrebbero cercato di forzare una delle vie d'accesso alla cittadina palestinese di Nablus.
"La cosiddetta 'autorità' di Fatah é legata mani e piedi alla volontà degli occupanti israeliani, non ha scelta, in un simile 'comitato' se non sottomettersi a qualunque conclusione venga scelta da parte sionista...altrimenti (e qui entra in gioco la 'supervisione' americana), non riceverà fondi, i suoi burocrati non potranno arricchirsi, non potrà mantenere in piedi l'apparato repressivo che la tiene in piedi nonostante la decisa ostilità della popolazione".
Bisogna ricordare che, sebbene sottoposti all'arbitrio dei collaborazionisti di Fatah in seguito al Colpo di Stato del 2007, la maggior parte degli abitanti della West Bank ha votato per Hamas alle libere elezioni del 2006, in quasi tutti i collegi cisgiordani, inoltre, da allora, scandali quali quello delle 'Palestine Papers' e il quotidiano spettacolo del servilismo e della sottomissione di Fatah ai diktat del 'Massah' sionista ne hanno ulteriormente eroso la base di supporto; prova ne é il fatto che, a quasi quattro anni di distanza dal 'golpe' le forze di repressione di Fatah siano ancora impegnate ad arrestare, incarcerare e torturare simpatizzanti e sostenitori di Hamas, senza che le continue retate riescano a indebolirne la rete clandestina.
"Il primo dovere di Fatah" reitera il Professor Qassem "sarebbe quello di contrastare l'occupazione israeliana, non di prostrarvisi innanzi, eventi come quello di ieri dimostrano tutta la vulnerabilità del sistema di colonizzazione sionista, che crollerebbe come un castello di carte se sottoposto a una decisa e coordinata pressione. Quello che Fatah contribuisce a mantenere in Cisgiordania non è uno stato di pace o di calma, ma soltanto sottomissione e umiliazione e gli argomenti accampati dai suoi esponenti per giustificare lo Status Quo sono disperatamente illogici e antistorici".
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