Con una imponente manifestazione nel corso della quale la bandiera dell'Emirato di Doha é stata associata al vessillo sionista ed é stata a più riprese con esso calpestata e data alle fiamme migliaia di cittadini egiziani hanno serrato d'assedio l'ambasciata del Qatar rendendo ben chiaro al corpo diplomatico asserragliato al suo interno, protetto da uno spesso cordone di sicurezza di gendarmi antisommossa, quanto i tentativi dell'Emiro Al-Thani e famiglia di influenzare in senso filo-wahabita la politica interna egiziana anche attraverso la grande ricchezza dei suoi petrodollari, non siano affatto apprezzati o graditi da una larga fetta di popolazione.
All'inizio del 2013 il Qatar aveva offerto due miliardi e mezzo di dollari al Cairo come "aiuto" contro la sua crisi monetaria (500 milioni di prestito e due miliardi di deposito, eventualmente raddoppiabili in seguito); l'offerta aveva scandalizzato l'opinione pubblica legata ai partiti di opposizione che aveva gridato al tentativo di Doha di "comprare" la Rivoluzione egiziana.
Il fatto che la bandiera qatariota sia stata associata a quella israeliana nel corso della protesta deriva dal servizio che Doha sta rendendo a Tel Aviv nel corso degli ultimi due anni, foraggiando e sostenendo i terroristi qaedisti attivi in Siria nel tentativo di abbattere il legittimo Governo del Presidente Assad, avversario implacabile del regime ebraico di occupazione della Palestina.
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