giovedì 9 dicembre 2010

Lo Sceicco Nahim Qassem dichiara: "Hezbollah non cederà mai, dica quel che vuole il Tribunale speciale!"

Prendendo la parola nella giornata di martedì 7 dicembre presso il Centro Sayyed Shouhada di Beirut Sud, nel corso delle cerimonie per il secondo giorno dei dieci che compongono la decade dell'importante ricorrenza sciita dell'Ashoura lo Sceicco Nahim Qassem, vice segretario generale di Hezbollah, ha espresso il convincimento che "i nostri avversari politici del fronte filo-israeliano e filo-imperialista hanno ormai imparato che, qualunque accusa, sospetto o insinuazione potrà venire dal cosiddetto 'tribunale speciale' che é stato apparecchiato e preparato da loro e dai loro padroni per gettare fango sul nostro movimento sarà rigettata e invalidata, non solo da noi, il che sarebbe ovvio e banale, ma da tutti i cittadini libanesi che hanno a cuore l'indipendenza e la libertà della loro Patria"

Lo Sceicco Qassem, tuttavia, non ha chiuso la porta alla possibilità di un accordo e di una cooperazione con le opposte forze politiche, purché essa avvenga nella cornice della preservazione degli interessi libanesi: "Questa forte dedizione alla Resistenza, anima le nostre menti, i nostri cuori e il nostro sangue. Coloro che vogliono spegnerla, cercheranno di farlo sradicandola dalle menti e dai cuori dei credenti, e questo purtroppo per loro non é possibile, Dio non lo permetterà. La Giustizia dovrà trionfare e noi non cesseremo mai di operare e lavorare per servirLa, accada quel che deve accadere".
L'ex-generale Aoun (sinistra) il Primo Ministro Sa'ad Hariri (centro-sinistra), il leader maronita Suleiman Frangieh (centro-destra) e il Presidente del Parlamento Nabih Berri (destra) sono solo alcuni dei leader politici libanesi che ultimamente hanno preso le distanze dal Tribunale speciale.
Un pronunciamento del Tribunale speciale per il Libano, l'organismo ibrido (di nomina ONU ma operante all'interno della giurisprudenza libanese), partorito da un raffazzonato accordo fra i desiderata di coloro che volevano trovare un capro espiatorio per l'omicidio di Rafik Hariri e le regole e le consuetudini di una seria indagine internazionale, é atteso a giorni, anche se ormai é dubbio quanta efficacia (se alcuna) possa avere, con tanta parte dell'opinione pubblica e della scena politica interna schierata apertamente contro di esso.

Nessun commento:

Posta un commento